Fuoco al ristorante di Macron, la deriva violenta della protesta
PARIGI Nelle poche ore tra venerdì e sabato mattina a Parigi un gruppo di dipendenti del metrò e delle ferrovie contrari alla riforma delle pensioni ha fatto irruzione nella sede della Cfdt e ha aggredito i sindacalisti moderati trattandoli da traditori; il presidente Emmanuel Macron è stato contestato a teatro, una trentina di manifestanti ha cercato di
Arriva la restaurazione nelle mense scolastiche americane. Ritornano le patatine fritte, la pizza, gli hot dog, gli hamburger, riprendendosi lo spazio occupato dalle verdure fresche, dalla frutta, dal pane integrale. Ci sono un po’ di «populismo alimentare» e, soprattutto, solidi interessi economici da tutelare nelle «linee guida» diffuse venerdì 17 gennaio dal ministero dell’agricoltura.
L’amministrazione ha deciso di smantellare la riforma promossa dall’allora first lady Michelle Obama, «The Healthy, Hunger-free Kids Act» del 2010, un provvedimento che puntava a promuovere un nutrimento «salutare e appagante» per circa 30 milioni di bambini, distribuiti in 99 mila istituti scolastici. E proprio nel giorno del cinquantaseiesimo compleanno di Michelle, il sottosegretario Brandon Lipps ha spiegato che «le regole imposte dal governo Obama hanno avuto conseguenze non volute, impedendo alle scuole di adottare soluzioni innovative, come per esempio, la «colazione da asporto» («grab and go breakfast»).
Sul sito del ministero si possono vedere le foto di laboriose riunioni con esperti nutrizionisti, dirigenti scolastici, psicologi e così via. Ma la decisione finale è stata pesantemente condizionata dalla lobby del Big Food. Solo per fare un esempio, i produttori di carne riuniti in organizzazioni come la «Livestock Marketing association», la «National Cattlemen’s Beef Association», «the National Chicken Council», «The National Pork Producers Council», «Smithfield foods», «the Texas Cattle Feeders Association» e la «United States Cattlemen’s Association» versano ogni anno circa 4,5 milioni di dollari di finanziamenti ai parlamentari, quasi tutti repubblicani. Somme più o meno equivalenti sono «investite» nella politica dalle industrie dello snack, delle pizze pronte, delle «french fries».
Ecco allora che il segretario all’agricoltura, Sonny Perdue, ha trasformato quello che dodella entrare nella sala, la polizia li ha respinti ed è stata costretta poi a una carica per permettere al capo di Stato e a sua moglie di tornare all’eliseo, tra fischi e insulti; il ristorante «La Rotonde», dove Macron aveva festeggiato la vittoria al primo turno delle presidenziali del 2017, è stato parzialmente dato alle fiamme e dovrà rimanere chiuso per giorni. Sono segnali di un ricorso sempre più frequente alla violenza, diventata banale nelle manifestazioni ma ormai usata anche al di fuori dei cortei, e rivolta contro obiettivi precisi e molto simbolici. Sotto la presidenza Hollande erano già cominciati i cortei del primo maggio segnati da devastazioni dei teppisti e da gesti repressivi troppo spesso sproporzionati delle forze dell’ordine. Con Macron all’eliseo è arrivata la rivolta dei gilet gialli e poi la lunga mobilitazione — cominciata il 5 dicembre — contro la riforma delle pensioni, e la violenza è diventata purtroppo abituale
Escalation
● Tra venerdì e sabato alcuni dipendenti dei mezzi di trasporto hanno aggredito dei sindacalisti moderati
● Macron e la moglie sono stati contestati, poi le fiamme al suo ristorante preferito nella lotta politica. I fatti di venerdì e sabato arrivano proprio nel momento in cui i trasporti pubblici ricominciano lentamente a funzionare e l’adesione dei lavoratori allo sciopero è sempre più bassa. Ieri il sindacato Unsa-ratp ha chiesto ai dipendenti di metro e autobus parigini di riprendere il servizio lunedì. Il rischio è che le frange più radicali ricorrano ad altri gesti dimostrativi per compensare i numeri in calo.