Napoli, alla festa di Sant’antonio la baby gang assalta la polizia
L’aggressione ripresa da uno smartphone finisce sul web: pietre e petardi lanciati da ragazzini
NAPOLI Le immagini stanno facendo da ieri il giro della Rete e da sole bastano a spiegare tutto. Si vedono alcuni poliziotti del reparto mobile bersagliati con pietre, petardi e forse bottiglie, o comunque altri oggetti, lanciati da un gruppo di ragazzini che avranno dieci o dodici anni al massimo. Gli agenti si coprono con gli scudi. Ovviamente non avrebbero difficoltà ad avanzare e a raggiungere i piccoli ma agguerritissimi aggressori. Però evitano di arrivare al contatto fisico. Arretrano e alla fine lasciano il campo.
Tutto viene ripreso con uno smartphone da qualcuno che è alle spalle dei ragazzi. Si sentono risate, un accenno di cori da stadio, maleparole. Si distingue chiaramente anche una voce di bambino che invita quello che sta filmando la scena a smetterla: «Llieva ‘stu telefono, nun fa’ sceneggiate, ‘o fra’», gli dice mostrandosi consapevole che quelle immagini potranno ritorcersi contro lui e i suoi amici. Poi, con la sintesi che si impara in strada per spiegarsi senza troppe parole, aggiunge: «Capito cumm’è?». Cioè: «Capisci che così ci individuano?». Anche se accadrà, difficile che quei ragazzi rischino qualcosa. Nessuno sembra avere l’età imputabile: riusciranno a identificarli, ma non scatteranno denunce.
Perché quel gruppo di scalmanati che sfida poliziotti abituati più di chiunque altro allo scontro fisico, quella banda di piccoletti che crede di aver messo loro paura e di averli fatti scappare («Non posso che congratularmi per l’equilibrio e il sangue freddo con cui hanno fronteggiato questa difficile situazione», commenta il questore Alessandro Giuliano), quei ragazzini, insomma, stanno giocando. Al gioco del cippo di sant’antuono, l’incendio degli alberi di Natale abbandonati e di qualsiasi altra cosa, che si fa ogni 17 gennaio nei quartieri popolari di Napoli e non solo di Napoli. Un gioco selvaggio che prevede roghi nelle piazze, cassonetti di rifiuti saccheggiati per recuperare materiale da bruciare, rischi di incendi perché tutto avviene a ridosso dei palazzi o delle macchine in sosta.
Il video dell’aggressione ai poliziotti è stato girato in quell’angolo di Napoli dove maggiormente è sentita la festività caduta venerdì scorso: il Borgo di Sant’antonio Abate. A dare diffusione alle immagini è stato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, sempre molto attento e puntuale nel segnalare le pessime, e soprattutto illegali, realtà della città, dai parcheggiatori abusivi allo sversamento senza regole dei rifiuti e a episodi come questo. «Cose del genere — dice Borrelli — non possono essere consentite, certi territori non sono agglomerati urbani ma polveriere».
Il buvero, come a Napoli viene chiamato il Borgo di
Sant’antonio Abate, è una di quelle periferie nel centro della città che qui sono ancora diffusissime: ci sono ai quartieri spagnoli, a Forcella, nella Sanità, al Vasto. Posti dove lo Stato non è mai entrato a risolvere i problemi e non è accettato quando vuole intervenire per fare rispettare le regole. Nemmeno se non ha la divisa da poliziotto. Lo dimostra un altro video che pure è in circolazione sui social e mostra una sassaiola contro una squadra di vigili del fuoco intervenuti con gli idranti per spegnere uno dei fuocarazzi dell’altra notte.
Giovanissimi
Anche se fossero identificati, nessuno di loro sembra avere l’età per essere denunciato