Michieletto, Dante, Lavia titoli popolari, sfide di regia
Macciardi: guardiamo all’europa. E per il podio puntiamo su Fisch
«Apriamo col Tristano e Isotta e vorremmo proporre nei prossimi anni tutte e cinque le opere di Wagner che videro la loro prima esecuzione italiana qui a Bologna»; il Comunale era il tempio del wagnerismo in Italia e il sovrintendente Fulvio Macciardi vuole ricordarlo attraverso un fil rouge che attraversi più stagioni. Quella che si sta per aprire racconta di un teatro in cui risuona anche il grande repertorio del melodramma italiano, da Verdi e Puccini a Donizetti e Rossini, senza dimenticare Cilea.
«Titoli amati e universali, che vogliamo proporre secondo un’idea registica precisa: nel nostro Paese un certo stile mitteleuropeo non è molto amato, ma credo sia giusto aprirsi a un teatro capace di rinnovare gli stilemi tradizionali» sottolinea Macciardi; per farlo «non è necessario sempre ricorrere a nuove produzioni, si può anche guardare a bei spettacoli prodotti in giro per l’europa da far conoscere al nostro pubblico».
È il caso della Madama Butterfly che Damiano Michieletto firmò per il Regio di Torino e qui diretto da Pinchas Steinberg, sul podio anche nel debutto piemontese dello spettacolo; a conferma della linea registica, il sovrintendente
Asher Fisch anticipa che «proprio Michieletto curerà la regia del Cavaliere della rosa di Richard Strauss con cui apriremo la stagione nel 2021. Rientra nel filone anche la versione pop-surrealista scelta da Emma Dante per la Cenerentola rossiniana, che sarà interpretata da Antonino Siragusa e Chiara Amarù, con Yichen Lin sul podio».
Due nuove produzioni sono Adriana Lecouvreur, il titolo che rese celebre Cilea e che torna a Bologna dopo 27 anni, e Otello, capolavoro verdiano; a firmarli Rosetta Cucchi e Gabriele Lavia, già regista della di Giacomo Puccini è in programma dal 20 al 27 febbraio (foto Ramella&giann ese © Teatro Regio Torino)
Salome applaudita la scorsa stagione. Entrambi i titoli saranno diretti dall’israeliano Asher Fisch: «Con Michele Mariotti i nostri musicisti hanno lavorato molto sul belcanto: oggi può essere considerato un patrimonio genetico della nostra orchestra e infatti oltre all’elisir d’amore e alla Lucrezia Borgia di Donizetti, l’ultimo titolo in cartellone sarà la Bohème nell’allestimento di Graham Vick che aveva aperto la stagione 2018 e che aveva vinto il premio Abbiati come miglior spettacolo dell’anno — continua Macciardi —; con Fisch vogliamo iniziare un lavoro su altri aspetti, tra cui quello sinfonico; quest’anno abbiamo unito la stagione dei concerti del Comunale e della Filarmonica di Bologna e offriremo, lungo i 18 appuntamenti, l’integrale delle sinfonie di Beethoven».
Sarà proprio il maestro israeliano ad aprire il cartellone sinfonico dirigendo la Missa solemnis: «Mi sono avvicinato a Bologna per amicizia con Macciardi e ho iniziato col Fidelio. Non mi interessava un ingaggio sporadico, volevo approfondire un lavoro con orchestra e coro; e la Missa solemnis non è solo il brano più difficile che Beethoven abbia composto, ma credo anche la musica più impegnativa per un coro, almeno fino alla Messa glagolitica di Janacek. Sempre coinvolgendo il coro, dirigerò la Nona e la Fantasia corale: qui sarò anche pianista, quando sono alla tastiera mi considero un musicista come gli altri». Nel cartellone di danza spiccano il Béjart Ballet Lausanne, il corpo di ballo della Scala con «Giselle» e la presenza dell’étoile Eleonora Abbagnato, interprete di una nuova produzione su «Lucrezia Borgia».
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La
di Beethoven è il brano ideale per approfondire il lavoro con l’orchestra e il coro