Queen e Mozart L’inno alla vita firmato Béjart
Sull’onda del successo del film Bohemian Rhapsody, il Béjart Ballet Lausanne rispolvera Le presbytère n’a rien perdu de son charme, ni le jardin de son éclat, il tributo che Maurice Béjart siglò nel 1996 in memoria del suo danzatore-icona, Jorge Donn, morto di Aids a soli 45 anni, e di Freddie Mercury. Dedicato ai talenti scomparsi prematuramente e costruito in simbiosi con le canzoni dei Queen in contrappunto con musiche di Mozart (da Così fan tutte alla Marcia Funebre massonica K 477), è stato ribattezzato per brevità Ballet for Life. Per questo inno alla vita elettrizzato da luci da concerto rock, lo stilista
Gianni Versace, unito a Béjart da una prolifica collaborazione, disegnò estrosi costumi e calzature dalle monumentali zeppe anche per gli uomini. Molti i quadri toccanti: dall’evocazione, sulle note di I want to break free, del camaleontico Donn nei frammenti video di Nijinski clown de Dieu, fino al travolgente gran finale compulsato da The show must go on. Gli applausi dell’edizione originale prevedevano lo stesso Béjart, al centro de palco, nell’abbraccio dei suoi danzatori. Il Comunale ospiterà Le presbytère del Béjart Ballet Lausanne, oggi diretto da Gil Roman, il 9 e 10 ottobre, nella seconda stagione di danza curata da Vittoria Cappelli con il debutto di Lucrezia Borgia di Giuliano Peparini con Eleonora Abbagnato, Giselle del Balletto della Scala nella ripresa coreografica di Yvette Chauviré, il gala Les Étoiles prodotto da Daniele Cipriani.
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