Federica gigante «E non ho finito»
Brignone vince a Sestriere come mamma Ninna «Sono cambiata, so gestire primato e pressione»
L’azzurra chiude a pari merito con Vlhova
SESTRIERE Di madre in figlia, nel segno della famiglia dello sci e di un’italia delle nevi che viaggia come un treno. Federica Brignone alza gli occhi al cielo quando, tagliato il traguardo del gigante del Sestriere, vede la luce verde sul tabellone e il suo tempo uguale a quello di Petra Vlhova. È un ex aequo che confeziona una beffa a Mikaela Shiffrin, battuta per un centesimo, e che scatena la felicità dei 20 mila sparsi tra il parterre e il pendio dedicato a Giovannino Agnelli, da ieri candidato a ospitare il Mondiale 2029. «Sentivo dei boati, sentivo soprattutto il team che mi urlava: Petra è davanti! Ho spinto e sono stata fortunata. Il centesimo perso dalla Goggia nel superg di St. Moritz stavolta mi ha premiato? I centesimi fanno parte di chi, in una gara, ne ha di più».
È il terzo trionfo stagionale di Federica, e il quinto podio, ma a emozionare è soprattutto il ponte temporale con la madre Ninna Quario: l’ultima italiana a imporsi da queste parti è stata Deborah Compagnoni (due ori iridati nel 1997), ma l’ultimo centro di un’azzurra nella Coppa del Mondo è quello del 14 dicembre 1983 di Ninna in slalom. «Sapevo di lei, non ricordavo però la data. Mamma mi ha chiamato (come giornalista era a Wengen a seguire le gare maschili, ndr)? No, ho il telefono staccato da due giorni: ruba energie, non lo guardo». Parliamo allora del sorpasso alle regine Deborah Compagnoni e Isolde Kostner? Deborah ha 16 successi in Coppa, Isi 15. E Federica è a quota 13, ormai è solo questione di tempo. «La mia carriera è in crescendo, non ho ancora finito. È un onore essere paragonata a due grandi campionesse: il giorno in cui avrò vinto quanto Deborah sarà il momento in cui mi ritirerò».
Una gara «da infarto», Federica dixit. Dura sia per il tracciato («Non sono stata impeccabile, avrei potuto fare metri in meno») sia per lo scenario della classifica. «Mi ero già ritrovata prima tre anni fa a Plan de Corones, dove poi vinsi: ma partivo 14ª, nessuno mi aspettava; stavolta, invece, ero attesa». Ha dovuto estraniarsi, azzerare e riconcentrarsi, aiutandosi con la musica («Amo il rock, quando serve metto quello potente») e preparandosi a essere dura contro il ruggito della Vlhova e della Shiffrin. Ha chiuso affiancata alla campionessa iridata della disciplina e davanti all’olimpionica del gigante: il quinto centro stagionale delle nostre ragazze, il settimo totale di un’italia arrivata grazie a Dominik Paris al podio numero 19, ha un valore aggiunto che permette a Federica di staccare pure l’americana nella graduatoria della specialità, a quattro prove dalla fine. «Ma più che questo fatto, essendo il cammino verso la coppa ancora lungo e incerto, mi rende felice il fatto di aver imparato a gestire primato e pressione. Sì, sono cambiata».
Federica e Dominik sono le due locomotive della Nazionale bianca, che saluta pure i progressi in gigante di Sofia Goggia ma annota una giornata opaca della Bassino. Tra i due, ora è la Brignone a spingere: 3 primi posti contro i 2 di Paris. «Domme però è un grande, è un esempio: non è un duello con lui. Gli auguro di essere sempre primo, io bado a vincere le mie gare». Doveroso pensarci e soprattutto farlo, «anche perché quelle due là non mollano un colpo».
Diciannove podi L’italia delle nevi va come un treno: i podi stagionali in Coppa del Mondo sono già 19