Paris fa pace con la pista più odiata «Sono felice»
Ha ceduto solo a Beat Feuz, grande rivale ma anche grande amico, ma è come se avesse vinto. Dominik Paris ha fatto pace con Wengen, una delle piste che gli sono sempre andate di traverso (come Beaver Creek e la Saslong della Val Gardena). Secondo ad appena 29 centesimi dal campione svizzero, ma è una sconfitta di misura che non disturba e che anzi ha un gusto dolce: «Sono più che contento, non me l’aspettavo». Il conto era aperto e a Bormio, nei giorni gloriosi di fine 2019, Dominik aveva minacciato: «Ci provo per l’ultima volta. Se va ancora male, vado su con la ruspa e spiano tutto». Invece è avvenuta la riconciliazione. Domme ce l’ha fatta anche perché ha cambiato strategia nel punto per lui più ostico, la Kernen-esse. Attaccava con foga e usciva lento; stavolta ha usato il trucco adottato da Innerhofer nel 2013, quando Christof si impose: è entrato un po’ a «spazzaneve» (mossa collaudata nella combinata) e ha impostato la traiettoria giusta per ritrovarsi con una buona velocità. Non è bastata perché proprio lì Feuz ha costruito il successo, ma è stato sufficiente per tenere gli altri alle spalle. In una gara dallo start abbassato a causa delle nevicate, Paris ha mandato un messaggio importante. Feuz gli ha tolto la pettorina di leader della discesa e nella classifica generale, dove è quarto, l’azzurro difficilmente riuscirà ad arginare chi frequenta più specialità, ma aver centrato il primo podio su un terreno nemico ha valore. D’altra parte, Domme vola basso:«è presto per parlare di trofei: le gare dure arrivano adesso». Però la ruspa può restare in garage.