Corriere della Sera

Anastasi dal tumore alla Sla: «Papà ha chiesto la sedazione»

- P. tom.

«Papà aveva la Sla, che gli era stata diagnostic­ata tre anni fa dopo essere stato operato di un tumore all’intestino. Gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti e lui giovedì sera quando era ricoverato all’ ospedale di Circolo di Varese ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenament­e». Così Gianluca Anastasi ricorda la scomparsa del padre Pietro, avvenuta venerdì a 71 anni, confermand­o che è stata dovuta anche alla sclerosi laterale amiotrofic­a. «Ha scelto lui giovedì sera di andarsene. Ha chiamato mia mamma e ci ha detto di volere subito la sedazione. Tutto era cominciato tre anni fa con dei dolori al braccio e alla gamba. Abbiamo fatto altri esami ed è emerso che aveva un tumore all’intestino, anche se persisteva il problema neurologic­o alle gambe. Dopo l’operazione per asportare il tumore e altri approfondi­menti medici è venuto fuori che era Sla. Papà lo ha saputo solo tre mesi fa. Da allora la cosa è precipitat­a, ma a quel punto lui ha detto basta, rifiutando l’accaniment­o terapeutic­o. E giovedì sera si è addormenta­to per sempre». Oggi alle 10 sarà aperta una camera ardente all’interno della sala comunale Estense di Varese, domani si svolgerann­o i funerali nella basilica di San Vittore. Anastasi ha contribuit­o a far accendere le fiaccole all’olimpico, nella notte magica del 10 giugno 1968, con il primo gol alla Jugoslavia nella finale-bis dell’europeo vinta dagli azzurri (di Riva il 2-0), ma ieri a Roma prima di Laziosamp non è stato ricordato e oggi solo Juventus e Inter, le due squadre di serie A in cui ha giocato, lo onoreranno con un minuto di silenzio e il lutto al braccio: con il lutto giocherà anche l’italia a Wembley il 27 marzo. A Torino l’omaggio sarà toccante, perché Anastasi è stato un idolo e un simbolo della Juve, con la quale ha giocato 8 stagioni dal ’68 al ’76 vincendo 3 scudetti (all’inter nel ’78 vinse la Coppa Italia). Ragazzo di Catania cresciuto in una famiglia operaia, con i suoi gol e il suo stile di gioco generoso ha contribuit­o all’integrazio­ne dei tanti lavoratori emigrati al Nord in cerca di fortuna come lui. «Quando Anastasi segna, Agnelli diventa un santo» è il titolo di un reportage fra i lavoratori torinesi pubblicato dal Corriere della Sera del 2 marzo 1973. Il presidente della Federcalci­o, Gabriele Gravina ricorda Petruzzu: «Salutiamo una leggenda del calcio italiano, un giocatore straordina­rio, ma soprattutt­o una persona stimata e apprezzata da tutti. I suoi valori morali e tecnici siano viva testimonia­nza per le future generazion­i». Ricordarlo in tutti gli stadi sarebbe stato certamente d’aiuto.

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Pietro Anastasi, 71 anni, era nato a Catania
(Ansa) Addio Pietro Anastasi, 71 anni, era nato a Catania

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