Corriere della Sera

La scelta di Sala: sigarette vietate alle fermate di tram e autobus

Sala: «Anche il tabacco produce smog, entro il 2030 interdizio­ne totale». I dubbi dei Verdi

- di Andrea Senesi con un commento di Caccia, De Bac Sergio Harari

Una sigaretta mentre si aspetta il bus. Abitudine cui, almeno a Milano, si dovrà rinunciare. Il sindaco Beppe Sala ha promesso la svolta: il fumo di tabacco alimenta lo smog e la stretta arriverà anche sotto le pensiline, con multe per chi metterà mano all’accendino. Il divieto di fumo alla fermata o nelle code all’esterno dei locali pubblici sarà solo l’antipasto: nella Milano del 2030 sarà proibito fumare all’aperto. Questi gli obiettivi del Piano aria del Comune che dovrà essere approvato a marzo.

MILANO Per i fumatori è quasi un rito: la sigaretta mentre si aspetta l’autobus. Una (cattiva) consuetudi­ne a cui si dovrà al più presto rinunciare, almeno a Milano, dove il sindaco Beppe Sala ha promesso la svolta: il fumo di tabacco inquina, contribuis­ce allo smog — che da due settimane in città è fuori da ogni controllo e da ogni parametro di legge — e la «stretta» arriverà anche sotto le pensiline, con multe per chi si accenderà una sigaretta in attesa del tram. Il divieto di fumo alla fermata o nelle code all’esterno dei locali pubblici sarà poi solo l’antipasto: nella Milano del 2030 sarà sempliceme­nte proibito fumare all’aperto, stando almeno agli obiettivi indicati dal Piano aria del Comune, che dovrà esser approvato a marzo e che servirà poi all’amministra­zione per firmare le ordinanze contro le sigarette alle fermate e per avviare così la nuova fase di lotta dura a tabacco e smog.

Milano ha peraltro già iniziato a dichiarare guerra alle sigarette all'aperto. Dal 2012 non si può più fumare nei parchi pubblici, nelle zone in cui ci sono giochi per bambini o attrezzatu­re sportive (multe da 25 a 500 euro) e tra qualche mese il divieto scatterà anche nei chiostri della Statale. Persino la piazzetta di fronte alla sede di Google Italia è stata dichiarata da tempo smoke-free.

La nuova crociata nasce però dall’emergenza smog, «perché il vero rischio è che si riduca la questione ambientale al traffico e riscaldame­nto», ha spiegato ieri Sala: «Le analisi confermano invece che incidono anche il fumo, i forni delle pizzerie e gli ambulanti con i motori a benzina accesi. Insomma, in città dovranno essere introdotti molti obblighi, affinché ciascuno faccia la sua parte», ha concluso il sindaco .

L’annuncio dei nuovi proibizion­ismi piace a Girolamo Sirchia, ministro della Salute ai tempi del governo Berlusconi e papà, dal 2005, degli attuali divieti «al chiuso»: «La prima regola che mi stava più a cuore era proprio quella di estendere la norma ai luoghi con assembrame­nti di persone, come i gazebo fuori dai locali o le fermate dei bus, che consentono di fatto una contaminaz­ione da fumo passivo; dare il segnale che ci si muove in questa direzione è già importante».

Diviso invece il mondo ambientali­sta. Se il milanese Carlo Monguzzi plaude ai nuovi stop («Provvedime­nti giusti e utili, il fumo contribuis­ce alla formazione dello smog in misura del 5-7 per cento»), il coordinato­re dei Verdi Angelo Bonelli si dice viceversa scettico rispetto ai reali benefici sulla qualità dell’aria: «Vietare il fumo in spazi pubblici è un atto civico, anche a rispetto delle persone, ma pensare che questo divieto sia utile nella lotta allo smog non solo è sbagliato ma rischia di essere dannoso per chi chiede provvedime­nti struttural­i».

Ancora più freddo il deputato milanese della Lega Alessandro Morelli, secondo cui la battaglia di Sala «è solo un’arma di distrazion­e di massa»: «L’amministra­zione ha sbagliato tutte le politiche ecologiche e non basterà spegnere le sigarette in strada perché l’aria di Milano diventi pulita, forse bisognereb­be cambiare sindaco».

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(foto di Maria Acanfora/ansa) Il gesto Un fumatore ieri a Milano mentre si accende una sigaretta alla fermata dell’autobus del trasporto pubblico urbano

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