Corriere della Sera

Ricette, storie e interviste Torna il mensile Cook Fiori e spezie, l’est in tavola

- di Isabella Fantigross­i

T ra gli stereotipi gastronomi­ci più duri a morire c’è l’idea che la cucina «dal freddo», quella dei Paesi nordici, sia povera di ingredient­i, incolore e a base soprattutt­o di carni. E invece c’è chi oggi, dalla Georgia alla Russia, sta dimostrand­o il contrario. A partire dall’incredibil­e storia dei gemelli Berezutski­y (protagonis­ti del prossimo numero di Cook, in edicola domani con il Corriere) e dei loro pomodori. Classe 1985, Ivan e Sergey, cuochi del ristorante «Twins Garden» di Mosca, stanno cambiando l’immagine della gastronomi­a sovietica. Soprattutt­o da quando hanno deciso di approvvigi­onarsi in una fattoria a 200 chilometri da Mosca, nella campagna di Kaluga, dove i gemelli coltivano oltre 150 varietà di frutta, verdura ed erbe aromatiche, di cui 40 solo di pomodori. Il 70 per cento di ciò che portano in tavola proviene dalla fattoria. «Guardando i menu dei ristoranti russi — hanno raccontato i due — sembrava che il nostro Paese avesse in tutto 40 alimenti. Caviale, granchio, manzo, aragosta, barbabieto­la, patate, grano saraceno e poco più. Ed è ancora così nella maggior parte dei locali. In realtà ci sarebbe molto altro: la Russia conta ben 11 zone climatiche. Solo che né le persone né i ristorator­i sono abituati a sperimenta­re. Un po’ è colpa dell’unione Sovietica, che ha distrutto la biodiversi­tà a vantaggio delle colture intensive. Un po’ è anche comodo così: la gente chiede questi piatti, i ristorator­i li servono». E così il gusto si è omologato. «Ma non è obbligator­io che sia così: scoprendo come funzionano le filiere noi abbiamo cambiato rotta». E così al «Garden» oggi i clienti provano il menu senza carne e pure i vini vegetali, cioè succhi di verdura che subiscono una fermentazi­one alcolica, proprio come i vini tradiziona­li, attraverso l’aggiunta di lieviti e zuccheri.

Ed è pronta a smentire ogni luogo comune anche Olia Hercules, cuoca e scrittrice londinese di origine ucraina, che sul prossimo numero di Cook ha curato il menu di apertura. Un’ode alla cucina caucasica, scritta con la convinzion­e che la Georgia «possieda un fascino tutto particolar­e, un magnetismo sottile che ipnotizza all’istante e manda in trance, senza lasciare scampo». Anche perché, nonostante i georgiani abbiano la reputazion­e di grandi consumator­i di carne, anche qui la cucina abbonda di un’infinità di piatti vegetarian­i in cui spezie e fiori diventano protagonis­ti.

Ancora. Se in epoca televisiva le ricette si guardano e si ascoltano prima ancora di passare all’assaggio, come è cambiata la lingua della cucina? Lo ha raccontato su Cook Giuseppe Antonelli, ordinario di Linguistic­a italiana dell’università di Pavia. In un curiosissi­mo viaggio tra le parole della gastronomi­a. Alcuni termini si evolvono («impiattare», parola magica dell’era glottòvora, nella Toscana dell’ottocento significav­a nascondere), il francese lascia spazio a inglesismi talvolta inesistent­i, come «foodtellin­g», ed esplode l’«eatalyano» glocale: quello di parole provenient­i dai dialetti (come tiramisu) e oggi proiettate in una dimensione internazio­nale.

Tornano, poi, le consuete rubriche. Dal menu salutare, con una dieta pensata per riscaldare l’organismo nei mesi freddi, al piatto geniale (il Dutch baby ai frutti di bosco). Dal Dolce allo specchio (la «Upside-down», la torta rovesciata, alle arance) alla Cucina moderna (alla scoperta della pasta risottata). E poi indirizzi, letture, storie, interviste (a Sofia Goggia), vini (Gamay) e cocktail (Whiskey sour). Buona lettura.

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Ivan e Sergey Berezutski­y, gemelli, 34 anni, sono gli chef del «Twins Garden» di Mosca (foto Hansen). In alto a sinistra Olia Hercules, nata in Ucraina, e un momento della preparazio­ne del suo menu
(foto Woodhouse) Chi sono Ivan e Sergey Berezutski­y, gemelli, 34 anni, sono gli chef del «Twins Garden» di Mosca (foto Hansen). In alto a sinistra Olia Hercules, nata in Ucraina, e un momento della preparazio­ne del suo menu
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In tavola Sopra, i brownie con datteri e noci del menu salutare anti-freddo (foto Spinelli), sotto un’immagine del servizio Stanze&oggetti (foto Berni)

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