Corriere della Sera

«Un teatrino». «No, è fantascien­za» Quei doppi giochi pensando alle urne

Lo scambio di ruoli in Senato: ogni partito compie la scelta opposta alle proprie idee

- di Alessandro Trocino

ROMA «Chi vince con il pareggio?». La domanda è surreale ma in politica la matematica è un’opinione come un’altra. E la risposta che ha dato ieri la Giunta per le immunità del Senato è che ha vinto Salvini, anche se ha perso, e che ha vinto la maggioranz­a, anche se non si è presentata al voto, e che Forza Italia non si capisce se ha vinto o ha perso. Un bailamme dadaista, dove nulla è quello che sembra e tutti hanno votato il contrario di tutto, con la speranza segreta (ma non troppo) di confondere il «popolo» (diciamo pure ingannare) e portarlo a votare nel migliore dei modi alle Regionali di domenica.

Tutto parte dalla relazione del presidente forzista Maurizio Gasparri, che chiede di negare l’autorizzaz­ione a procedere per Matteo Salvini sul caso della nave Gregoretti. Come accade nei referendum — che regolarmen­te mandano in tilt milioni di poveri elettori — chi vota sì, dice no al processo e viceversa. Per il sì, e quindi per il no, in teoria ci dovrebbero essere i leghisti, visto che a finire nei guai ci sarebbe il loro capo Matteo Salvini, Forza Italia e Fratelli d’italia. Per il no e quindi per il sì, in teoria, ci dovrebbe essere la maggioranz­a. Solo che tutti si cambiano di posto, come nel vecchio gioco di carte Presidente (dove si alternavan­o «presidenti», «re», «miserabili» e «pezzenti»). A un certo punto la confusione è talmente grande che Maurizio Gasparri, rinchiuso dal barbiere, cita Ecce Bombo: «Tutti giocano a “mi si nota di più se non voto?”. Quello che è certo è che io voterò la mia relazione». Punto fermo importante. Altrettant­o decisiva la successiva riflession­e: «Io posso anche dire che oggi è martedì, ma se oggi è lunedì, è lunedì». Incontrove­rtibile.

Dalla riunione di maggioranz­a esce il dem Andrea Marcucci, che dice basta a quella che chiama «pagliaccia­ta». L’autore dello spettacolo sarebbe Salvini, che con il voltafacci­a finale vorrebbe interpreta­re il ruolo di vittima pro tempore, fino a Regionali concluse. Il leader leghista cita Silvio Pellico e minaccia: «Scriverò le mie prigioni». Non contento, si paragona a Giovannino Guareschi, per fortuna senza minacciare nuove avventure di Peppone e Don Camillo. Il dem Faraone è più prosaico: «Non consentire­mo a Salvini di fare la fine di Gabriele Paolini». E speriamo, viste le disavventu­re dell’ex presenzial­ista tv.

I leader della maggioranz­a si affannano a spiegare che la decisione di disertare la Giunta deriva dalla necessità di «tutelare le istituzion­i». Quella riunione «è illegale», dicono. Solo che, a pochi passi, ecco Pietro Grasso che rovina tutto. «Non mi sono ancora abituato a questo teatrino della politica», dice. Vero, perché alla domanda su quale sia il motivo della diserzione della maggioranz­a, risponde candido: «Ragazzi, è ovvio. La ragione è l’emilia-romagna».

Ma come, l’illegalità della Giunta, il termine perentorio, le istanze istruttori­e? Il vero ragionamen­to, soprattutt­o del Pd, è un altro: votando sì all’autorizzaz­ione si finisce per fare un favore a Salvini, che ci fa la campagna. Allora non votiamo, tanto poi si va in Aula e si dice sì. Domanda: ci cascherann­o gli elettori? Non c’è il rischio che non passi la tesi della «tutela delle istituzion­i» e invece si imponga quella più volgare della paura di perdere alle urne? Spiega un dem: «È un lose-lose. Come fai sbagli». «In effetti, c’è il rischio», ammette l’ex M5S Gregorio De Falco: «In politica è tutto complicato. Ma, come disse Oscar Wilde, non ho tempo per la semplicità».

Salvini, dopo aver negato ogni responsabi­lità, offre il suo corpo nudo alle frecce avvelenate degli avversari. «Vediamo quanto dura», ironizza il forzista Adriano Paroli. «Sono sorpreso dalla decisione dei leghisti — commenta il collega Lucio Malan —. Siamo oltre la Twilight Zone».

Nel senso di fantascien­za. Del resto, ecco l’ex sodale di maggioranz­a, il 5 Stelle Gianluca Perilli, che prova a inchiodare Salvini: «Se i leghisti dicono di votare a favore, mi aspetto che portino una relazione che dica perché». Già, perché? Del resto, scaduto Gasparri, si cerca un altro relatore. Ce ne vorrebbe uno favorevole al processo per Salvini, per par condicio. E dunque un leghista. Semplice no? Così come è semplice il fatto che il voto di ieri non decide nulla, perché conta solo l’aula. Nel frattempo, però, il Salvini Pellico-guareschi-paolini rischia di trasformar­si in nuovo Gandhi. La Lega attiva il sito #digiunoper­salvini: paradosso finale per un politico che ha passato gli ultimi mesi sui social a mangiare pizza e abbracciar­e salumi.

d La Lega ha votato contro la mia relazione, ma per me il comportame­nto di Salvini è stato in perfetta linea con le leggi d La Giunta è stata mal condotta e parziale: Gasparri mette al voto le cose quando l’assetto è favorevole a una certa parte

d Sulle assenze della maggioranz­a ho chiesto che intervenga il presidente del Senato Casellati a tutela della Giunta

Dal barbiere Gasparri cita «Ecce bombo»: «Tutti giocano a “mi si nota di più se non voto?”»

d Salvini e Casellati hanno ottenuto il loro piccolo risultato Il prezzo pagato è quello di scassare le istituzion­i d

I partiti di governo hanno evitato il confronto per non dover dire prima delle elezioni di voler processare Salvini

d La seduta è stata concordata per il 20 proprio su richiesta del senatore Grasso: la sua è una assenza vergognosa

 ??  ?? Alberto Balboni
Senatore di Fratelli d’italia, 60 anni
Alberto Balboni Senatore di Fratelli d’italia, 60 anni
 ??  ?? Maurizio Gasparri
Presidente della Giunta, 63 anni, di FI
Maurizio Gasparri Presidente della Giunta, 63 anni, di FI
 ??  ?? Andrea Marcucci
Senatore del Pd, 54 anni
Andrea Marcucci Senatore del Pd, 54 anni
 ??  ?? Simone Pillon
Senatore della Lega, 48 anni
Simone Pillon Senatore della Lega, 48 anni
 ??  ?? Erika Stefani
Senatrice della Lega, 48 anni, ex ministra
Erika Stefani Senatrice della Lega, 48 anni, ex ministra
 ??  ?? Gregorio De Falco
Eletto con M5S, 54 anni, ora al Misto
Gregorio De Falco Eletto con M5S, 54 anni, ora al Misto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy