Corriere della Sera

«I giovani in piazza? È rischioso inseguirli, si fa il gioco della Lega»

Casini: se lavora bene l’esecutivo andrà avanti

- DAL NOSTRO INVIATO Marco Imarisio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BOLOGNA «Bene le Sardine, sono davvero le benvenute, una ventata d’aria purissima nella politica italiana». Quando Pier Ferdinando Casini attacca così una chiacchier­ata, c’è sempre in arrivo un «ma» grande come una casa. Tanto vale esaurire la premessa e cominciare da qui.

Abbiamo qualche problema con la Sardine?

«Fatemi dire che ho letto tutte le loro interviste non potrei citare una cosa stupida che hanno detto, una sola».

E quando arriva questo «ma»?

«Eccolo. In Emilia-romagna il voto riguarda la scelta tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni. Negli ultimi mesi chi sostiene il presidente uscente ha fatto di tutto per rimarcare che l’unica scelta da fare è questa, non altre».

Arriviamo al punto?

«Non abbiamo alcun interesse a far passare il messaggio che sia un voto Sardine contro Salvini. Così si fa solo il gioco di quest’ultimo».

Chi sta giocando, in particolar­e?

«Non accuso nessuno. Ma dico che di buone intenzioni è lastricata non solo la strada che porta all’inferno, ma anche quella verso la sconfitta elettorale di Bonaccini».

Quali buone intenzioni?

«La rappresent­azione mediatica che sta passando è quella della sfida tra due piazze, quella delle Sardine e quella di Salvini. Accettando questo schema, si fa il gioco di chi fin dall’inizio della competizio­ne si è sforzato di dimostrare che quella dell’emilia-romagna era una partita nazionale».

Lo sta diventando?

«Se il problema e l’oggetto delle attenzioni di tutti è solo Salvini, si rischia di cadere nella trappola di chi sostiene che Bonaccini non conta nulla, proprio come la Borgonzoni. A quattro giorni dalla fine della campagna elettorale. Non mi sembra un gran risultato».

Lei crede che quello delle Sardine sia un bacio della morte?

«Le Sardine fanno le Sardine, agiscono per i loro interessi e le loro battaglie. Tutto legittimo. Ma per gli altri, non è intelligen­te andare dietro alla novità dimentican­dosi i fondamenta­li di queste elezioni».

Li vuole ripetere?

«Un signore, Bonaccini, cha ha fatto bene, contro una signora, Borgonzoni, di cui non conosciamo ancora le sue idee per la Regione. Non si dovrebbe uscire da questo canone».

Le piazze delle Sardine sono controprod­ucenti?

«C’è questo rischio. Non dico che facciano male, perché aver riportato in piazza tanti giovani, può essere un fatto positivo anche per Bonaccini. Però la campagna elettorale è una cosa ben diversa».

La mossa delle Sardine di chiudere la campagna al Papeete è un assist a Salvini?

«Beh, siccome è un ulteriore passo verso la nazionaliz­zazione del voto emiliano-romagnolo, mi sembra difficile pensare il contrario».

Cosa può fare il candidato del centrosini­stra?

«Non deve appiattirs­i sulle Sardine, sul loro messaggio. Perché altrimenti rischia di contraddir­e il cammino di questi mesi. E la gente se ne accorgereb­be».

d Alle elezioni in Emilia la scelta è: Bonaccini o Borgonzoni Non è nel nostro interesse che passi per sfida tra Salvini e le Sardine d Se i ragazzi riuscisser­o a svegliare i delusi sarebbe una gran cosa Se, per assecondar­le, Stefano cambia linea è un danno

Le Sardine come un’arma a doppio taglio?

«Se riuscisser­o davvero a svegliare e riportare alle urne elettori delusi del centrosini­stra che non avevano intenzione di votare, sarebbe una grande cosa. Se per seguirle fino in fondo Bonaccini dovesse cambiare linea in zona Cesarini, sarebbe un danno».

Se cade l’emilia-romagna cadono anche le Sardine?

«Non mi faccia fare l’uccello del malaugurio. Auguri alle Sardine di una vita lunga almeno come la mia, indipenden­temente dal risultato di domenica».

Non crede che se «perdono» qui, dove sono nate, sarà per loro un colpo durissimo?

«Sì, ma in politica, e le Sardine fanno politica, i colpi a volte si possono anche prendere. Ma se c’è solidità e sostanza si resiste. Vedremo».

Se cade l’emilia-romagna cade anche il governo?

«Ammesso e non concesso che si perda, a volte certe sconfitte producono addirittur­a effetti opposti a quelli preventiva­ti. E comunque la vita e la morte del governo dipendono dalla sua capacità di lavorare bene».

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● Pier Ferdinando Casini, 64 anni, ex presidente della Camera, è senatore con la lista Civica popolare in appoggio al Pd

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