Virus in Cina, la prima ammissione «Si trasmette da uomo a uomo»
I malati accertati sono 200, sospetti 1.700. Misure di monitoraggio negli aeroporti, compreso Fiumicino
Cresce l’allarme per il nuovo corona virus 2019-ncov che si sta diffondendo a macchia d’olio in Cina e ha già ucciso tre persone. Ufficialmente i casi sarebbero soltanto 217, anche se si teme che siano molti di più, forse 1.700, come sostiene uno studio dell’imperial College di Londra.
Ieri un gruppo di esperti del governo cinese ha confermato quello che molti temevano: il nuovo virus si trasmette da uomo a uomo. Finora Pechino aveva sostenuto che il contagio fosse possibile solo attraverso gli animali.
Ad alimentare i timori di una pandemia l’arrivo del Capodanno cinese, il 25 gennaio, che porterà milioni di cittadini fuori dai confini nazionali e il fatto che la malattia non sia rimasta confinata a Wuhan, dove si è registrato il primo focolaio, ma si sia già diffusa a Pechino, Shanghai e Shenzhen. D’altronde il virus è già arrivato all’estero: in Thailandia, Corea del Sud e Giappone si sono verificati quattro casi tra cui quello di un turista britannico che si trova in condizioni critiche in un ospedale di Phuket.
Vista la situazione il direttore generale dell’organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus ha deciso di convocare, per domani a Ginevra, un comitato per stabilire se l’epidemia costituisca un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale e quali raccomandazioni debbano essere emanate per gestirla.
In molti aeroporti internazionali, compreso quello di Fiumicino, sono scattate misure di monitoraggio soprattutto dei viaggiatori che arrivano da Wuhan, città dello Hubei cinese con oltre 11 milioni di abitanti. A Macao agenti coperti da tute protettive controllano la temperatura dei passeggeri che arrivano dalla Cina Centrale.
Il presidente Xi Jinping, ieri, è intervenuto in televisione per ricordare «che la recente diffusione di un nuovo coronavirus deve essere presa molto seriamente». «I dirigenti di partito e dei governi locali, a tutti i livelli — ha detto —, devono mettere al primo posto la vita e la salute delle persone».
Un monito che fa venire in mente il precedente della Sars, anche lui appartenente alla famiglia dei coronavirus, che tra il 2002 e il 2003 fece registrare 775 decessi e 8 mila contagi in una trentina di Paesi. In quel caso la Cina cercò di coprire il diffondersi dei casi per settimane impedendo così il rapido contenimento del contagio. Il giornale comunista Global Times, in un editoriale, ha invitatole autorità a diffondere ogni informazione: «Nascondere le notizie sarebbe un grave colpo alla credibilità del governo e potrebbe innescare il panico».
I primi casi della misteriosa polmonite sono stati segnalati lo scorso dicembre a Wuhan e collegati allo Huanan Seafood, un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi. Il nuovo coronavirus è stato identificato il 9 gennaio quando è stata resa pubblica anche la sua sequenza genomica.
Il ministero della Sanità italiano raccomanda «di posticipare i viaggi non necessari» e di vaccinarsi contro l’influenza con almeno due settimane di anticipo se ci si reca a Wuhan. Tra i suggerimenti anche quello di evitare la visita a mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi.