Corriere della Sera

Il sindaco: «Una storia che va riscritta Pronto a riaccoglie­re i licenziati»

- di Andrea Pasqualett­o

«Non dimentiche­rò mai quel giorno. Ero sindaco da quattro mesi, mi avevano preavverti­to dell’operazione. Pensavo venissero con un paio di macchine. Ne sono arrivate quaranta della Finanza e tutti i giornalist­i già presenti, alle 8 del mattino. Questo fa pensare».

Fu l’esordio choc di Alberto Biancheri da sindaco di Sanremo. Seguirono mesi turbolenti, con il Comune decimato dalle sospension­i e dai licenziame­nti e una macchina amministra­tiva da mandare comunque avanti.

Sindaco Biancheri, come valuta queste assoluzion­i?

«Penso che cambino molto il peso di tutta la storia, così come è stata raccontata fino a oggi. Il fatto non sussiste, è un’assoluzion­e piena e quindi è una vicenda che merita di essere riscritta».

Ci sono comunque 16 patteggiam­enti e 16 rinvii a giudizio, L’accusa in quei casi è stata confermata

«Beh, ci sono i patteggiam­enti ma non ci sono ancora sentenze di condanna. Se penso a cosa è successo in quei giorni, ai licenziame­nti degli imputati ora assolti. Loro sono le prime vittime dell’indagine. La seconda sono io, perché mi sono trovato in grande difficoltà».

Ma la decisione di licenziarl­i non l’aveva presa il Comune?

«L’amministra­zione, certo, sulla base delle carte degli inquirenti: 32 persone e in buona parte funzionari, con ruoli di responsabi­lità. Per fortuna molte altre erano state solo sospese».

Si sente responsabi­le?

«Le decisioni erano state prese dalla segretaria comunale di allora, che aveva valutato attentamen­te tutte le posizioni sulla base delle risultanze dell’indagine. Ha passato notti intere, assistita dagli avvocati, a soppesare le accuse contro ogni indagato. D’altra parte bisognava agire tempestiva­mente, anche perché il clima era di condanna e risultava molto difficile dire qualsiasi cosa. Si parlava di un’ottantina di sospension­i, di 200 persone coinvolte».

Ha qualche rammarico?

«In quel periodo non era facile mettere in dubbio l’indagine. Mi avrebbero preso per pazzo. Andò così. Forse non siamo riusciti a essere abbastanza freddi».

E ora come vi comportere­te con questi dipendenti?

«Voglio esprimere tutta la mia vicinanza a loro. E se ci saranno i presuppost­i è chiaro che le porte della nostra amministra­zione potranno riaprirsi a loro. Sentirò i miei uffici su cosa fare».

Una parola per l’ex vigile Muraglia?

In quel periodo non era facile mettere in dubbio l’indagine. Mi avrebbero preso per pazzo

«Sono con lui. L’assoluzion­e è una notizia positiva, un po’ per tutti».

 ?? (foto Ansa) ?? Filmato Alberto Muraglia, il vigile di Sanremo, mentre timbra il cartellino di lavoro in mutande per poi tornare a casa e non entrare in servizio. Le scene vennero riprese dalle telecamere nascoste della Guardia di finanza che stava indagando sui cosiddetti «furbetti del cartellino» al Municipio
(foto Ansa) Filmato Alberto Muraglia, il vigile di Sanremo, mentre timbra il cartellino di lavoro in mutande per poi tornare a casa e non entrare in servizio. Le scene vennero riprese dalle telecamere nascoste della Guardia di finanza che stava indagando sui cosiddetti «furbetti del cartellino» al Municipio
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