Un chiosco pieno di idee
Gli edicolanti tra passione e strategie Molte proposte attorno al concorso del «Corriere» per la Design Week
Erno Goldfinger, architetto modernista ungherese stabilitosi a Londra negli anni 30, era un tipo irascibile. Ian Fleming, il papà di James Bond, assistette a una litigata tra lui e suo cugino su un campo da golf e da lì prese l’ispirazione per il cattivone del settimo romanzo dedicato a 007.
Nel 1951 al Festival of Britain, Goldfinger presentò un modello di chiosco innovativo (ahimè non per i giornali ma per vendere souvenir) e questo è bastato a un gruppo di amici, giovani professionisti romani per (ri)battezzare un’edicola in disarmo, giocando col suo nome di battesimo e trovando in quelle lettere un originale acronimo (Edicola romana non ordinaria): leggete la storia qui sotto.
Solo una delle tante idee attorno all’edicola, emblema da due secoli dell’arredo urbano, punto di aggregazione sociale delle città e dei piccoli centri: oggetto a serio rischio di estinzione, logorato dalla crisi della carta stampata.
Il 5 gennaio su queste pagine abbiamo svelato l’iniziativa «L’edicola del futuro», il nostro concorso internazionale a inviti che sta coinvolgendo sette celebri architetti. Un’idea che ha destato molto interesse. Entro il mese di febbraio verrà scelto il progetto da sviluppare per creare un prototipo da esporre alla Design Week di Milano. Il Comune ha dato il patrocinio e sarà presente nella giuria che sceglierà il vincitore. Intanto si annunciano iniziative analoghe in vista dell’appuntamento di fine aprile. Una guru del design come Rossana Orlandi lancia un progetto internazionale per ricreare un villaggio con una serie di costruzioni (edicola compresa) realizzate esclusivamente con materiali di scarto e riciclati. Rubner Haus, azienda storica altoatesina delle costruzioni in legno, vuole riedificare l’edicola di Omar e Simonetta (specializzata in dvd di film), coinvolgendo il giovane studio di Vicenza ABC.
Ma l’architettura e il design sono solo un aspetto: il tema edicola sembra riscaldare gli animi, smentendo la freddezza implacabile dei numeri di vendita dei giornali. Così una firma popolare come Aldo Cazzullo nella sua quotidiana pagina di dialogo con i lettori del Corriere ha chiesto di segnalare l’edicola(nte) del cuore. Alla email ora si aggiunge #lamiaedicola, per lanciare il dibattito sui social. Scriveteci, anche la piazza virtuale può salvare e ripensare queste fisiche sentinelle del territorio.