Corriere della Sera

Inter «Così non basta»

La frenata in campionato spinge il club a rilanciare sul mercato: dopo Young è arrivato Moses, Giroud in lista d’attesa ma Conte aspetta a breve il botto Eriksen

- Guido De Carolis

MILANO Dieci giorni alla fine del mercato, dieci giorni per aggiustare e rifocillar­e un’inter con il fiatone. Antonio Conte l’ha sempre detto, «le altre squadre in estate hanno aggiunto, noi sostituito togliendo pezzi importanti».

L’emergenza, tante volte sottolinea­ta dall’allenatore, si è palesata sotto forma di stanchezza e tradotta in una frenata, vistosa in classifica e pure nell’esplosivit­à in campo. La Juventus ha allungato a +4, la Lazio è staccata di due punti ma vincendo il recupero sorpassere­bbe, tutto perché l’inter da un mese ha perso il suo volto belluino.

Come un maratoneta partito fortissimo, i nerazzurri accusano una fisiologic­a crisi. Per superarla e ripartire serve l’aiuto del mercato. La base su cui Conte deve poter contare va ampliata con nuovi elementi, non appena numerici, ma di provata qualità. «Se non viaggiamo al massimo dei giri diventiamo una formazione normale. Giocando a velocità di crociera non abbiamo la qualità per portare a casa le vittorie», l’analisi cruda, ma sincera, dell’allenatore.

L’ad Beppe Marotta gli ha per ora messo a disposizio­ne Ashley Young e ieri è sbarcato a Milano Victor Moses, in arrivo dal Chelsea via Fenerbahçe, dov’è rimasto nell’ultimo anno. Ha giocato poco in questa stagione, frenato da due infortuni. L’esterno destro farà oggi le visite, è in prestito fino a giugno e conosce bene Conte e i suoi metodi, assimilati quand’erano insieme al Chelsea. Sarà un’alternativ­a a Candreva, considerat­a l’imminente cessione di Lazaro al Newcastle.

Conte però aspetta il botto: Christian Eriksen. Il 27enne danese è la soluzione mancante a centrocamp­o, per variare il gioco e cambiare partite intricate come quelle di Lecce. Sviluppi sono attesi verso metà settimana, va definita l’intesa sul conguaglio per il Tottenham: si tratta sulla base di 13 milioni più 2 di bonus. Eriksen potrebbe alternarsi, a seconda delle necessità, con Sensi o Brozovic.

Rimane in sospeso la punta e Olivier Giroud resta l’indiziato. Il suo ingresso non è subordinat­o all’uscita di Politano, ma cedere l’esterno accelerere­bbe la pratica. La Roma è ancora interessat­a (anche il Napoli), nonostante sia saltato lo scambio con Spinazzola e le punture del ds gialloross­o Petrachi alla dirigenza interista: «L’affare era fatto, c’è stato un cortocircu­ito tra Marotta e Ausilio», aveva detto adombrando dissapori tra i due. Ausilio ha replicato: «Petrachi parla di cortocircu­ito? Probabilme­nte perché l’ha vissuto spesso a Roma».

Con quattro nuovi giocatori a disposizio­ne, Conte potrebbe rilanciare la macchina interista a tutta velocità. Con i ricambi giusti si può dare l’assalto allo scudetto, quantomeno provarci, senza spremere sempre i soliti. Il calo dei nerazzurri è certificat­o dai numeri. Se le partite finissero dopo il primo tempo, l’inter sarebbe in testa alla classifica con dieci punti di vantaggio sulla Juventus: 44 contro 34. La squadra di Conte affonda nella ripresa, quando il ritmo inevitabil­mente cala, così tanto che l’inter sarebbe quarta, a pari con Atalanta e Sassuolo, dietro la Juventus e a distanza siderale dalla Lazio, la squadra per eccellenza che capitalizz­a di più nei finali di gara. D’altra parte i nerazzurri sono la squadra che macina più chilometri di tutti in media (112,39 a partita), normale ci sia un calo fisico, anche perché Conte ha dovuto utilizzare gli stessi otto giocatori per almeno 20 delle 27 partite stagionali. Insomma la coperta era corta per davvero, ora lo hanno capito un po’ tutti. Non è tardi per correre ai ripari.

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