Misteri di Fellini: il fascino di un regista sincero e bugiardo
R ai Teche con Rai Cinema e Aurora Tv hanno voluto celebrare Federico Fellini dedicandogli un omaggio speciale affidato a Eugenio Cappuccio, già assistente di Fellini: Fellini fine mai (Speciale Tg1, domenica, ore 23.45, e Raiplay).
Un racconto inedito e a tratti sorprendente che si inserisce nel solco di una consolidata collaborazione per la produzione di documentari d’autore affidati a grandi registi, chiamati a raccontare la storia del nostro Paese e dei suoi protagonisti sfruttando la potenza delle immagini, dei suoni e delle fotografie custoditi nelle Teche Rai. Cappuccio ricostruisce il percorso che lo ha portato a conoscere Fellini a Rimini quando era appena adolescente (grazie alla sorella del regista) e poi, dopo aver studiato al Centro sperimentale di cinematografia, a collaborare come assistente sul set di Ginger e Fred.
Attraverso materiali di repertorio e interviste (Vincenzo Mollica, Antonello Geleng, Sergio Rubini, Francesca Fabbri Fellini, Andrea De Carlo, Mario Sesti), scopriamo un Fellini ancora ammantato di mistero; un autore dalla poetica tanto cristallina nella definizione del suo immaginario, quanto imperscrutabile nel proprio processo di elaborazione e di creazione artistica. Un contrasto che accentua il fascino del regista riminese, consentendogli di rimanere un soggetto ricco di zone d’ombra meritevoli di essere ancora indagate. In un’intervista Rai, con quella sua voce un po’ fanciullesca, Fellini afferma di essere di una «sincerità spudorata» ma, poco dopo, Alberto Sordi ribadisce che Fellini è il più grande bugiardo che lui abbia mai conosciuto. Come succede ai poeti, Fellini non si sentiva né regista né, tanto meno, autore: si viveva come artista, sincero e bugiardo allo stesso tempo. Chi lo descrive meglio di tutti è Milo Manara, che negli ultimi anni di vita e lavoro di Fellini lo ha affiancato per dare forma e colore ai sogni rimasti nel cassetto.