Corriere della Sera

I controlli medici e il cartello: «Lavarsi spesso le mani» Cecchignol­a, vite in quarantena

- R. Fr.

ROMA «Lavarsi spesso le mani». Il cartello è scritto in italiano e in cinese. Per chi arriverà accompagna­to dalla moglie e da altri parenti originari di Wuhan. La raccomanda­zione che in questo periodo gli infettivol­ogi, e i medici in generale, fanno agli italiani su come evitare il contagio da coronaviru­s, è ripetuto più volte negli alloggi riservati ai 67 italiani di ritorno in patria dalla Cina. Una sessantina di appartamen­ti — in grado di ospitare fino a un centinaio di persone — divisi su due palazzine riservate agli atleti dell’esercito nel centro sportivo con le stellette all’interno della città militare della Cecchignol­a. Qui i connaziona­li evacuati dall’epicentro dell’epidemia vivranno per due settimane, anche con mogli e figli.

I single in una palazzina rosso mattone, con il portone a vetri e i corridoi giallo ocra, in quella accanto le famiglie. Ci entreranno questa mattina, forse prima di mezzogiorn­o.

Lì saranno recapitati i loro bagagli. E non si esclude che sempre fra quelle mura sarà consumato il primo pasto, in vassoi sigillati, consegnati dai soldati dell’8° Reggimento Trasporti «Casilina». In queste ore si è lavorato alla Cecchignol­a per limitare l’«impatto» militare a chi è comunque provato per tutto quello che vive da giorni. E anche per questo motivo per la quarantena è stato pensato un po’ a tutto. «Quello che manca lo scopriremo quando arriverann­o e siamo pronti a venire incontro alle loro esigenze», dicono dal centro sportivo, trasformat­o in una specie di residence per civili, che scoprirann­o forse di essere in una caserma solo dalle coperte a rigoni, ben piegate in fondo ai letti. Kit per l’igiene personale, asciugaman­i e lenzuola supplement­ari fanno parte delle dotazioni assegnate a ogni appartamen­to, insieme con lettini per bimbi piccoli già sistemati accanto ai letti dei genitori. Con un omaggio: trapunte con orsetti. Un pensiero — non certo l’unico — per i bambini che sballottat­i da una parte all’altra del mondo, dovranno rimanere chiusi alla Cecchignol­a, ma avranno la possibilit­à di giocare all’esterno, nella palestra del centro, dove sono stati montati scivoli e altalene. «Così potranno restare al coperto ed evitare influenze stagionali. Ci mancano solo queste — viene spiegato ancora —, anche perché c’è il rischio che così si allunghi la quarantena». La buona notizia attende anche chi tornerà in Italia dopo aver trascorso settimane di paura fra Wuhan e altri centri della provincia di Hubei: gli adulti potranno uscire dalle palazzine, sempre dopo il consenso del medico infettivol­ogo dell’ospedale militare del Celio che vigilerà sulle loro condizioni 24 ore su 24. Prima visita proprio nella serata di oggi, prima della ritirata. Ad attenderli c’è il campo di calcio e la pista di atletica. Wi-fi, pc portatili, telefonini, tv al plasma e gli incontri protetti con i familiari, alcuni dei quali alloggeran­no in hotel non lontano dalla Cecchignol­a, dovrebbero limitare i disagi. Con la possibilit­à per gli ospiti anche di farsi recapitare posta e altro. In attesa che quest’incubo finisca.

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