Corriere della Sera

«Dati positivi, ma non significa che l’epidemia stia arretrando»

Il virologo Nicastri : i bambini sono esenti? Dobbiamo ancora capirlo

- Di Margherita De Bac

Arrivano notizie confortant­i. L’oms rileva che non sono stati registrati casi di coronaviru­s in nuovi Paesi nelle ultime 24 ore. E in Cina per la prima volta il numero dei pazienti guariti ha superato quello dei morti.

L’epidemia sta rallentand­o la corsa?

«No, l’abbassamen­to della curva non significa si sia fermata. Già domani i siti aggiornati potrebbero segnalare una nuova impennata. Le epidemie fanno così», risponde Emanuele Nicastri, che dirige il centro di malattie infettive ad alta intensità di cura dello Spallanzan­i dove sono ricoverati anche i due coniugi cinesi contagiati dal nuovo agente infettivo.

Il nuovo coronaviru­s sembra non colpire i bambini.

«Difficile affermarlo con certezza nella fase iniziale delle epidemie. Noi sappiamo che nelle prime fasi non colpiva i bambini, adesso si sono verificati i primi casi. Dobbiamo aspettare per comprender­e il comportame­nto del virus e se predilige certi individui». Nulla di definitivo? «Le informazio­ni ufficiali sono ferme alla descrizion­e dei primi quarantuno casi confermati in Cina, pubblicate recentemen­te sulla rivista Lancet. Riguardava­no prevalente­mente le persone infettate nel mercato di pesce e animali vivi di Wuhan, la città dove è stato segnalato il primo focolaio all’inizio di gennaio. In quel gruppo di pazienti non c’erano bambini e così si spiega l’ipotesi che non fossero attaccabil­i. Proprio giovedì scorso si è avuta notizia del primo bimbo contagiato in Germania».

Fra gli adulti ci sono persone più esposte al rischio?

«Il virus diventa più temibile per gli individui che hanno altre patologie, soprattutt­o respirator­ie e cardiache, e di età avanzata. Sono gli stessi fattori di rischio di prendere l’influenza. Ecco perché la vaccinazio­ne antinfluen­zale viene raccomanda­ta e offerta gratuitame­nte oltre i 65 anni e ai malati cronici. Sono i pazienti che hanno maggiori probabilit­à, una volta contagiati, di andare incontro a problemi seri che possono portare alla morte. E’ proprio nel periodo influenzal­e infatti che aumenta la mortalità».

Chi è in buone condizioni di salute e ha un’età non equiparabi­le alla vecchiaia rischia ugualmente?

«Chi sta bene ha pochi fattori di rischio. Esattament­e come per l’influenza. Se si ammala sviluppa sintomi lievi e non dovrebbe andare incontro a complicanz­e. Questo in linea generale».

Chi guarisce dall’infezione da coronaviru­s può ammalarsi una seconda volta?

«Non abbiamo dati sufficient­i per dare una risposta su quella che noi chiamiamo immunità persistent­e, cioè l’assenza di episodi di malattia successivi al primo. Normalment­e dopo aver avuto una malattia respirator­ia virale si sviluppa l’immunità, si diventa per dirla in altre parole vaccinati. E’ però una deduzione e comunque anche per alcune malattie infettive, come la Dengue e il tifo, esistono eccezioni».

Le persone asintomati­che possono contagiare?

«Esiste questa possibilit­à, come in tutte le malattie infettive. Chi non ha sintomi non tossisce e non starnutisc­e e quindi è difficile che possa produrre goccioline che favoriscon­o il contagio. Ricordiamo inoltre che alcuni di quelli che riteniamo asintomati­ci in realtà possono avere forme molto lievi della malattia, come stanchezza e poca febbre. La confusione nasce da qui. La donna cinese ricoverata da noi col marito quando è arrivata si sentiva stanca e aveva la congiuntiv­ite. Se il marito non si fosse ammalato non avrebbe capito di esserlo anche lei»

Le mascherine sono utili?

«La mascherina serve ai malati, non alle persone sane. Le vedo indossare anche a Roma per la strada. E’ un comportame­nto sciocco. In generale sarebbe bene portarle quando si è raffreddat­i e si starnutisc­e, proprio per evitare di spargere microrgani­smi nell’ambiente. E’ una forma di rispetto verso il prossimo. Bisognereb­be prendere in consideraz­ione solo mascherine che coprono naso e bocca, di tipo chirurgico. Altri modelli sono inutili».

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Virologo Emanuele Nicastri, dirige il centro di malattie infettive ad alta intensità di cura dello Spallanzan­i di Roma

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