Corriere della Sera

La quarantena «felice» dei francesi

180 rimpatriat­i (in salute) e portati al Sud, tra spiagge e pinete

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori Stefano Agresti

I primi 180 francesi ad abbandonar­e Wuhan, venerdì scorso, hanno lasciato una metropoli immensa e fredda, avvolta nella foschia e nella paura, per trovare un piccolo villaggio vacanze sul mare tra Marsiglia e la Camargue, a Carry-le-rouet, dove ieri c’erano il sole e 18 gradi.

«Ci aspettavam­o una quarantena ansiogena, bloccati in una camera con gli infermieri a guardarci attraverso un vetro, invece non è per niente così. È come se fossimo in vacanza, solo che non abbiamo scelto di trovarci in questa situazione», racconta Sébastien

Ricci, giornalist­a dell’agence France Presse che è entrato a Wuhan quando già la situazione di stava aggravando. Ricci fa parte del gruppo di connaziona­li — alcuni dipendenti delle tante aziende francesi di Wuhan, altri turisti di passaggio o studenti — che hanno accettato l’offerta del

Pausa

La mascherina calata, un francese si rilassa a Carry governo francese e hanno lasciato la Cina per passare 14 giorni al mare a 30 chilometri da Marsiglia. Altri cinquanta sono arrivati ieri.

Le giornate passano tra pallavolo e bocce e passeggiat­e nel villaggio immerso nella pineta. L’accesso al centro è vietato, l’unico ingresso è controllat­o dai gendarmi. Gli abitanti di Carry-le-rouet, che avevano protestato temendo il contagio, si sono tranquilli­zzati. Gli ospiti devono portare la mascherina e misurarsi la febbre due volte al giorno. Ieri il primo test: nessuno ha il coronaviru­s. giorni fa e non avevamo sentore che potesse capitare tutto questo. Certo, non viviamo vicini a Wuhan, ma a noi la situazione sembrava normale».

Quanto resterete in Spagna?

«In teoria fino a quando non scade il visto ai calciatori cinesi, a fine febbraio. Ma stiamo cercando di ottenere che venga prorogato in via straordina­ria».

Non volete tornare in Cina?

«In realtà ci dicono che il governo sta facendo di tutto per contenere il virus e sono sicuri di riuscirci, ma non c’è urgenza di rientrare, anche perché l’inizio del campionato è spostato almeno di un mese».

È preoccupat­o all’idea di rientrare a Shenzhen?

«Mi sembra che siano molto attenti a garantire la sicurezza. Il governo trasmette serenità. Il Guangzhou, che allena Cannavaro, è chiuso all’interno del suo centro sportivo e lavora lì. Quando ci daranno garanzie, allora rientrerem­o anche noi».

I suoi calciatori sono preoccupat­i?

«Parlano con i familiari, sono un po’ in ansia. I parenti dicono loro che rimangono chiusi in casa, così non ci sono pericoli. Ma è inevitabil­e che non siano sereni».

Come vi hanno accolto in Spagna? Ha avvertito diffidenza?

«Siamo in una struttura assieme ai turisti. Non ci hanno sottoposto a controlli particolar­i, però noi stiamo attenti ai ragazzi. Ci sono due medici, che monitorano la situazione giorno per giorno. È tutto sotto controllo, qui».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy