Corriere della Sera

Le droghe pesanti da adolescent­i «Con l’eroina si inizia a 15 anni»

San Patrignano raddoppia i posti per i minori. «Il percorso della dipendenza oggi è brevissimo»

- Di Gianni Santucci

«Il percorso, fino a qualche anno fa, nella maggioranz­a dei casi, era più graduale, dilatato, distribuit­o su un periodo più lungo, di qualche anno, almeno quattro o cinque. Ora s’è appiattito. Ha tempi strettissi­mi». E non è quasi neppure più un percorso, spesso è un solo passaggio, un salto: canne, cocaina; canne, eroina. Come la ragazzina (nella storia in questa pagina) che ha fumato cannabis alle scuole medie e in prima superiore, su proposta di una compagna, un giorno ha iniziato con l’eroina. A 15 anni era già una «tossica».

A San Patrignano la casa verniciata di color mattone, con le tegole sulle tettoie, sta adagiata tra gli alberi di ulivo. Ora gli operai stanno lavorando. Sarà divisa, ingrandita. È la casa dei ragazzi giovani. I minorenni. Oggi sono in dodici. Entro l’estate raddoppier­anno i posti: questa è l’esigenza, e se accade nella comunità di recupero più grande d’europa vuol dire che là fuori, nelle strade, qualcosa sta cambiando. Cosa? «Un uso precocissi­mo delle sostanze più “pesanti”», riflette Antonio Boschini, responsabi­le terapeutic­o della comunità.

Dalle 1.596 overdose mortali del 1996, i morti per droga in Italia erano scesi di anno in anno, un calo costante, fino ai 268 del 2016. Poi hanno ripreso a salire: 294 nel 2017, 334 nel 2018 (i dati sul 2019 saranno disponibil­i tra qualche settimana). L’aumento è collegato alla ripresa del consumo di eroina. La più recente ricerca dell’istituto di fisiologia clinica del Cnr stima che 28 mila studenti abbiano consumato eroina almeno una volta nel 2018. Ma le statistich­e raccontano solo una parte di un disastro sociale in incubazion­e. Per capire dove siamo oggi, bisogna guardare al passato. Antonio

Boschini la storia la conosce fin dall’inizio: «Da metà anni Settanta e per tutti gli Ottanta c’era una sorta di “Rogoredo diffusa” in ogni parte d’italia; una generazion­e è stata decimata dalle overdose e dalle malattie collegate all’uso di eroina. L’effetto della droga si vedeva nella trasformaz­ione fisica dei ragazzi in strada; esistevano il bianco e il nero, il drogato e il normale, mille morti all’anno d’eroina per quasi un decennio, negli anni Novanta». In quell’epoca, a San Patrignano, entravano solo ragazzi con dipendenza da eroina.

Poi lentamente il consumo di droga è cambiato e quasi per una ventina d’anni i percorsi si sono in qualche modo stabilizza­ti, storie sempre uguali nella loro scansione, anche se si dividevano «a metà tra dipendenze da eroina e cocaina», riflette Boschini. «Grosso modo tutti i ragazzi entrati a San Patrignano in quel periodo avevano usato cannabis fin quasi ai 15 anni, poi facevano qualche anno con le droghe sintetiche, nei rave o nelle discoteche, a seconda delle tendenze sociali, e l’approccio con le droghe più pesanti avveniva intorno ai 18-19 anni: in media arrivavano da noi a 27-28 anni, con dipendenze da eroina e cocaina strutturat­e su un percorso piuttosto dilatato».

Solo se si tiene presente questo quadro si riesce a comprender­e il «passaggio successivo, molto recente: abbiamo ingressi di ragazzi molto giovani, per decreto di un giudice più che per una loro decisione; raccontano, e vediamo, che quel percorso graduale è scomparso, si è appiattito, il passaggio cannabis-eroina avviene molto rapidament­e, prima dei 15 anni; anche chi entra ora a San Patrignano per scelta, dopo i vent’anni, riferisce esperienze analoghe. Sembra di essere tornati un po’ indietro, ragazzini giovanissi­mi che non hanno anticorpi e non hanno paure, non vedono il pericolo Hiv, si catapultan­o subito in una condizione ad alto rischio di dipendenza gravissima, prostituzi­one, overdose». Una forte vulnerabil­ità al dolore psicologic­o, allo stress emotivo, «nel momento critico dei 12-14 anni». Anche le ragazze minorenni ospitate a San Patrignano oggi sono in dodici. Prima o poi serviranno più spazi anche per le giovani donne.

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