Il neoplatonismo magico e mistico di Proclo
Proclo (412-485), pensatore originario di Costantinopoli, può essere considerato dal punto di vista storico-filosofico tra le ultime voci della filosofia pagana tardoantica e massimo rappresentante del neoplatonismo, ultima grande corrente filosofica greca che, rifacendosi al pensiero di Platone, si sviluppa con Plotino nel III secolo dopo Cristo. La fonte principale sulla vita del filosofo è costituita dall’opera biografica Vita di Proclo redatta dal suo discepolo e poi diadoco (ossia successore) nella direzione della Scuola platonica di Atene, Marino di Neapolis. Quest’ultimo riporta come Proclo, dopo essersi dedicato allo studio del diritto romano con l’intento di seguire le orme del padre giurista, sia giunto ad Atene intorno al 430 d.c. dove studiò per circa due anni nella Scuola platonica sotto la guida di Plutarco di Atene e Siriano.
Se durante il periodo dello scolarcato di Proclo non vi furono grandi e radicali conflitti con la religione cristiana, detentrice di un sempre maggiore controllo politico e intollerante nei confronti della millenaria cultura pagana in ogni sua forma, nel 529 d.c. in seguito all’editto emesso da Giustiniano la Scuola platonica di Atene, seguendo il triste destino che colpì tutte le scuole filosofiche pagane, verrà definitivamente chiusa, costringendo Damascio, il suo ultimo scolarca, a rifugiarsi in Oriente.
All’interno del neoplatonismo rappresentato da Proclo la dimensione magico-mistica della tradizione pagana assume un ruolo fondamentale tanto da portarlo a commentare testi religioso-esoterici come gli Oracoli caldaici (II sec. d.c.). Questa unione di filosofia e sapere teurgico è al centro della monumentale opera Teologia platonica, che ora viene riproposta da Bompiani in una nuova edizione riveduta e ampliata, in italiano con testo greco a fronte, all’interno della collana «Il pensiero occidentale». A cura di Michele Abbate (traduzione, saggio introduttivo, note e commento al testo) e con una prefazione di Werner Beierwaltes (pagine 1.344, 40).
Il lavoro di complessiva rielaborazione e arricchimento svolto da Abbate prende le mosse da una sua precedente edizione dell’opera risalente al 2005, basandosi per la parte di traduzione sull’imponente edizione parigina Saffrey-westerink in 6 volumi. Lo scritto di Proclo, suddiviso in 6 libri — ognuno dei quali è preceduto dai kephàlaia (punti capitali) finalizzati sia a descrivere il contenuto essenziale e fondamentale di una determinata trattazione per aiutare il lettore a orientarsi meglio tra i molteplici argomenti, sia a comprendere le varie strategie e metodologie esegetiche impiegate dal filosofo per ricostruire il pensiero teologico di Platone — rappresenta la summa metafisico-teologica della riflessione neoplatonica. Dopo un’ampia premessa in cui si delinea l’argomento complessivo (libro I), vengono descritte a partire dal libro II le strutture del reale e le gerarchie divine alla cui sommità si trova l’uno, Primissimo Principio/primo Dio da cui si emana ogni cosa. Da questo dipendono le Enadi e i principi di natura diadica di Limite e Illimitato da cui derivano le triadi dell’ordinamento intelligibile (libro III). Quest’ultimo è seguito dall’ordinamento intelligibile-intellettivo, la cui struttura è desunta dal Fedro (libro IV), seguono l’ordinamento intellettivo (libro V, nel quale si spiega anche il ruolo del Demiurgo del Timeo) e quelli ipercosmico, ipercosmico-encosmico, ed encosmico (libro VI).