Juve, punti al veleno
Due rigori di Ronaldo, De Ligt arrotonda La Fiorentina se la prende con l’arbitro
TORINO I rigori dell’inverno sono un vecchio ricordo. I rigori per la Juve decidono la sfida con la Fiorentina e riaccendono polemiche che anche nell’era della Var non vanno mai in pensione: il presidente Commisso, ex cuore bianconero, esce «disgustato» dallo Stadium perché il penalty del 2-0, a 10’ dalla fine, chiude la partita. Bentancur entra lanciato in area, Ceccherini gli taglia la strada per andare sul pallone, aiutandosi anche con un braccio, e l’uruguaiano già in equilibrio precario stramazza al suolo: l’arbitro Pasqua, che già si era perso un intervento sospetto di Igor su Ronaldo, indica il dischetto, poi va a rivedere l’azione al monitor e non cambia idea. Cristiano non cambia rispetto al primo rigore, assegnato per un tocco netto col braccio di
Pezzella sul tiro di Pjanic, e batte ancora Dragowski: per lui è la 9ª partita di fila a segno (come Trezeguet) e i gol con la Juve sono 50 in 70 partite. Non male, per uno che mercoledì compie 35 anni.
La frustrazione viola deriva da un risultato fin troppo severo: la squadra di Iachini riesce a tenere la partita aperta, anche grazie a una gran parata di Dragowski su Higuain poco prima dell’episodio incriminato. Sulla vittoria della Juve, arrotondata oltre il 90’ da una irruzione di testa di De Ligt, ci sono comunque meno ombre di quanto faccia pensare il concitato dopo partita: «Non ho nulla da replicare a
Commisso — dice Sarri — il risultato è la logica conseguenza dei numeri espressi in campo: abbiamo avuto il 70% di possesso palla, giocando in area 58 palloni contro 11». I gol arrivano in ogni caso tutti da calcio piazzato, anche perché la Fiorentina, senza leader come Caceres, Milenkovic e Castrovilli, si difende molto bassa. Senza dimenticare che prima dell’1-0, l’occasione più grossa capita sul tacco di Chiesa, che mette a dura prova la reattività di Szczesny.
La bilancia che interessa davvero a Sarri — oltre a quella del vantaggio sull’inter e sulla Lazio che resta immutato — è comunque quella tra le tante tipologie di Juve che ormai si vedono. La risposta dopo la contro-prestazione di Napoli è abbastanza incoraggiante. Sia dal punto di vista mentale, sia per lo svolgimento tattico, ammesso che le due cose non siano collegate: si rivede, dopo lo show contro la Roma, il tridente Costa-higuain-ronaldo, necessario per allargare la Fiorentina. Che questo — con il materiale a disposizione — sia il tipo di gioco prediletto da Sarri, rispetto a quello col trequartista, sembra evidente. Non a caso dopo Kulusevski arriverà a giugno anche un esterno come Orsolini del Bologna. «Ma se devo lasciare fuori Dybala vado a letto bestemmiando…» dice l’allenatore. Non diventerà un peccato settimanale, ma capiterà ancora. State buoni, se potete.