Commisso: «Disgustato». Nedved: «Beva un tè»
«Sono disgustato. Gli arbitri non possono decidere le partite così». Poco dopo il 90’ parla Rocco Commisso ed è una furia. Il presidente viola apre le ostilità davanti alle telecamere, il concetto è semplice: «La Juve ha una squadra da 350 milioni d’ingaggi, fortissima. Può vincere le partite sul campo, senza aiuti». L’accusa è violenta, Commisso non si ferma. Non rallenta. Neppure ci prova. Un tackle verbale dopo l’altro. «Alcune squadre sono avvantaggiate e altre, come la nostra, no: questa cosa deve finire. Il mondo ci guarda e queste porcherie lo disgustano». Un attimo e la Juventus risponde, ci pensa il suo vicepresidente, Pavel Nedved. «Commisso ha il mio rispetto ma non devo rispondere a lui. Come società siamo stufi di sentire che non vinciamo con merito». L’ex Pallone d’oro va anche oltre: «(Gli sconfitti) devono smettere di cercare alibi... Noi cerchiamo di stemperare animi, cercando sempre di non parlare a caldo». Però il rigore fischiato su Bentancur è la goccia che fa tracimare il vaso delle amarezze settimanali di Commisso: «Ho visto cose che non mi sono piaciute. E quando metto i pezzi insieme tra oggi, il Genoa e l’inter... Se siano errori o dolo lo lascio dire a voi. E se vogliono multarmi lo facciano». La Juve ha fatto la partita, ma davanti ai microfoni Commisso va in pressing. Nedved prima si difende: «Si è visto bel calcio da entrambe le squadre, noi siamo stati più forti» quindi attacca: «Commisso non dovrebbe fare certe dichiarazioni, ma prendersi una tazza di tè». Invito rispedito al mittente: «Se lo prenda lui, io parlo con il suo presidente non con lui — sibila il presidente viola —. La Fiorentina si farà sentire in Lega». Come? «Vorrei che a ogni squadra, una volta a partita, venga garantita la possibilità di chiedere agli arbitri di andare alla Var».