Sanremo, Rula e le donne L’ironia di Fiorello-don Matteo
Lo showman diverte con la tonaca di Terence Hill «Questo è l’unico Matteo che funziona» Tutti in piedi per Rita Pavone e Al Bano-romina
Sul palco dell’ariston Fiorello balla vestito da don Matteo. «Questo è un festival a rischio 15%, ecco uno dei pochi Matteo che funziona...». Poi Amadeus e Diletta Leotta, diva in giallo, e Rula Jebreal che gioca sulla gaffe del passo indietro delle donne.
SANREMO La leggerezza con Fiorello, l’impegno con Rula Jebreal, la musica con le prime 12 canzoni in gara e gli ospiti Tiziano Ferro in quota fissa e Al Bano che torna con Romina in quota anagrafe di Rai1. È la liturgia del Festival, spesso uguale a se stesso, con la sua scaletta sempre diversa e rassicurante, specchio del Paese secondo un format di interpretazione che come tutti i luoghi comuni ha in fondo qualcosa di vero.
Liturgia tra sacro e profano. Quella che sceglie Fiorello che arriva vestito da prete e fa intonare il nome di Amadeus alla platea dell’ariston come fosse l’alleluja. «Siamo un Festival a rischio 15%, per questo mi sono messo l’abito originale di Don Matteo, uno dei pochi Matteo che funziona in Italia. Già con questo abito siamo al 35%, con me dentro arriviamo almeno al 40 ... . E se l’abito funziona per la seconda serata mi vesto da Maria De Filippi».
Fiorello — sempre un fuoriclasse, questa volta una tacca in meno di altre, capita anche a Messi — prende in giro il conduttore, «il pericolo numero 1, un talento incredibile nel mettersi contro tutti; c’è stata una moria di ospiti, sono scappati via manco fossero elettori 5 Stelle. Qualcuno doveva dargli soccorso: sarò il suo Rocco Casalino». Ha un modo tutto suo di mettere a suo agio il conduttore che realizza «il sogno di una vita, condurre Sanremo»: «Guarda che questi sono gli attimi che precedono la fine della tua carriera, ti leveranno pure I Soliti Ignoti. Hai presente il parente misterioso? Quello diventi. La gente cancella i selfie con te. Tu non devi pensare al cast, a quelli che stanno qua, ma a quelli che hai lasciato a casa che te la tirano. Ricordati, si entra da Papa e si esce Papeete».
Diletta Leotta si limita a fare la brava presentatrice. Rula Jebreal invece ha la battuta pronta e invita a «fare un passo avanti», chiaro riferimento alla polemica sul ruolo delle donne al Festival. La giornalista ha anche confermato che devolverà metà del suo compenso a Nadia Murad, l’attivista irachena yazida rapita e stuprata dall’isis: «Non dirò l’entità del cachet. Il vero tema, piuttosto, è capire perché nel 2020 le donne vengono ancora pagate il 25% in meno rispetto agli uomini».
È anche la sera della gara. Scontri diretti fra i Giovani. La giuria demoscopica fa passare le proposte più rassicuranti: vanno in semifinale Tecla, 16 enne con una canzone che ci vorrebbe la macchina del tempo puntata agli anni del bianco e nero per capirla, e un autobiografico Leo Gassmann.
Ci sono anche i primi 12 in gara. Achille Lauro ha l’effetto sorpresa incorporato: un mantello da imperatore delle tenebre che nasconde una tutina camp di strass effetto nudo. È la sua versione del san Francesco di Giotto che si spoglia del mondo materiale. Il rischio distrazione c’è — «Me ne frego» non ha la stessa forza di «Rolls Royce» — ma si sente che c’è un progetto che va oltre le canzoni. Le Vibrazioni si fanno accompagnare da Mauro Iandolo, che interpreta il testo con il linguaggio dei segni che usava per far conoscere la musica che amava ai genitori non udenti. Rita Pavone ha grinta e fisico — e l’ariston si alza in piedi —, ma le manca la canzone. Masini non lascia il segno; Diodato invece convince, attenzione all’effetto outsider.
Tiziano Ferro ospite fisso in tutte le serate mischierà riletture di classici festivalieri al suo repertorio. Sulla versione swing di «Nel blu dipinto di blu» gigioneggia un po’ troppo ma ha il pieno controllo di voce e palco. Carrellata di successi per Al Bano e Romina per fare un po’ di karaoke e quindi l’inedita, prima volta dopo 25 anni, «Raccogli l’attimo», pezzo latineggiante senza alcun carattere. Poco elegante nei confronti di chi ha accettato la gara che il direttore artistico abbia invitato ospiti (loro e i Ricchi e Poveri questa sera) che portano un brano inedito: promozione a rischio zero. Sarà più difficile in futuro convincere qualche vero big a rimettersi in discussione.