I matrimoni alla Lavazza e il welfare «demografico»
La multinazionale del caffè: premio di 250 euro alle coppie che fanno figli o si sposano
L’accordo integrativo sottoscritto nei giorni scorsi tra la Lavazza e i sindacati di categoria per gli addetti dello stabilimento piemontese di Gattinara presenta delle originalità che meritano di essere sottolineate anche in chiave di discorso pubblico, ovvero oltre il campo sindacale in senso stretto. Meritano perché segnalano a tutti noi due tendenze in atto: a) la vitalità delle esperienze italiane di contrattazione del welfare aziendale; b) il tema del contrasto alla demografia calante si sta, seppur lentamente, facendo strada nell’agenda degli attori sociali spingendoli a prendersi responsabilità finora inedite.
La multinazionale torinese del caffè ha deciso, infatti, di riconoscere ed erogare un doppio incentivo. Il primo riguarda un cosiddetto bonus bebè di cui potranno beneficiare le coppie già formate che mettono al mondo figli o ne adottino. Ma Lavazza e sindacati non si sono fermati qui. L’intesa non si limita a intervenire solo «a valle» per così dire, prevede anche un’incentivazione «a monte» chiamata convenzionalmente «gratifica matrimoniale», destinata a favorire la formazione di tutte le unioni stabili riconosciute dall’ordinamento legislativo (comprese quindi le unioni civili). Si tratta di un assegno una tantum di 250 euro che verrà erogato ai dipendenti dell’impianto Gattinara che scelgono di sposarsi. É facile pensare che la scelta di spingere per la creazione di unioni stabili sia stata pensata come propedeutica all’incremento dei tassi di natalità e quindi rivolta a quella battaglia contro il calo demografico che, secondo le proiezioni dell’istat, vedrà mancare all’appello nel 2050 l’incredibile cifra di 6 milioni di cittadini nell’età di lavoro.
La gratifica matrimoniale targata Lavazza non è al debutto assoluto nel mondo del lavoro italiano, in passato era una pratica ricorrente che il datore di lavoro nelle Pmi elargisse unilateralmente un assegno alla nascita del figlio di un dipendente elargisse. Non si parlava ancora di calo demografico e di conseguenza si trattava per lo più di una misura di carattere «paternalistico» legata al carattere comunitario di moltissime piccole imprese. Nel caso Lavazza entrano in ballo invece accordi sottoscritti, sindacati e multinazionali tascabili e di conseguenza il salto che il welfare aziendale fa nelle contraddizioni della modernità è pieno e coraggioso. Così mentre da più parti si sottolinea (meno male!) la necessità di adottare provvedimenti utili per favorire la natalità e la politica sta ancora prendendo le misure, dal basso e dal fronte della collaborazione imprese-lavoro arriva una piccola grande novità. Che dimostra come la comunità «laburista» non sia così fuori del suo tempo come troppo spesso si sostiene.
L’istat Secondo l’istat nel 2050 mancheranno 6 milioni di persone in età da lavoro