Corriere della Sera

La leader di Fratelli d’italia a Washington: rapporti solidi

Meloni, missione americana: «Ho chiesto ai repubblica­ni perché sostengono Conte Noi alleati, ma da patrioti»

- di Giuseppe Sarcina

WASHINGTON Una stretta di mano «e solo due parole di saluto» con il Segretario di Stato, Mike Pompeo, nessun contatto con Donald Trump. «Ma non sono venuta qui a cercare la benedizion­e o la legittimaz­ione di nessuno». Giorgia Meloni è l’unico leader di partito italiano a partecipar­e alla due giorni della «National Prayer Breakfast» a Washington. Un raduno internazio­nale promosso dalle comunità religiose americane, per lo più cristiano-evangelich­e. Quest’anno, oltre a Trump e a Pompeo, erano presenti il vice presidente Mike Pence, la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, e circa 200 tra deputati e senatori. Dall’estero sono arrivate delegazion­i da Albania, Austria, Brasile, Bulgaria, Colombia, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Grecia, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovenia, Ucraina. E altre ancora. Alla leader di Fratelli d’italia il discorso di Donald Trump è piaciuto: «Dio, Patria,

Famiglia sono parole che in Italia sembrano quasi eversive, negli Stati Uniti, invece, ispirano l’attività di governo e danno risposte importanti. Io lavoro perché un giorno possa accadere anche da noi».

Meloni racconta di aver parlato con diversi parlamenta­ri, in particolar­e con i repubblica­ni John Moolenaar, deputato del Michigan e Louie Ghomert, Texas. «Mi hanno fatto domande sulla situazione politica italiana». Ma anche lei aveva un interropi”. gativo irrisolto: «Ho chiesto come mai Trump avesse fatto quel tweet a sostegno di Conte (il 27 agosto 2019, ndr), nel momento in cui è cambiata la maggioranz­a. Forse il presidente è stato consigliat­o male. Conte non è stato trovato sotto un cavolo: è espression­e del Movimento Cinque Stelle, un gruppo politico che è molto vicino agli interessi cinesi. Non capisco come Trump possa appoggiarl­o. Forse avrà pensato che sono due visto che lo ha chiamato “GiusepSta di fatto che nessuno qui ha saputo darmi una risposta».

Dopodiché l’approccio agli Usa dell’ex ministro della Gioventù è ispirato al realismo. In fondo l’amministra­zione di Washington chiede all’italia sempre le stesse cose, chiunque ci sia a Palazzo Chigi: la tutela delle cinque basi americane, l’impegno dei nostri militari in Iraq e Afghanista­n, l’aumento delle spese in ambito Nato: «Penso che in un Paese serio un nuovo governo non debba rimettere in discussion­e gli impegni presi con gli Stati Uniti. Il nostro rapporto con loro è solido e deve prescinder­e dai cambi di maggioranz­a».

Alleati, ma «da patrioti»: «Ci possono essere delle divergenze con gli americani e vanno affrontate senza timidezze. Per esempio è chiaro che non mi piacciono i dazi imposti sull’agroalimen­tare italiano, anche se lì la responsabi­lità non va attribuita al sovranismo di Trump, ma piuttosto a Merkel e Macron. Sono loro che hanno costretto l’unione europea di finanziare il consorzio Airbus che è trazione franco-tedesca. Il Wto ha stabilito che sono aiuti illegittim­i e ora tocca anche al nostro settore agroalimen­tare subire le conseguenz­e».

Da qualche tempo Meloni sta curando con più attenzione i rapporti internazio­nali. Tanto da incuriosir­e la stampa estera. Il francese Le Monde, per esempio, si domanda se possa soppiantar­e Matteo Salvini alla guida della coalizione di centro-destra. «L’attenzione dei media esteri mi fa piacere, però questa storia del dualismo con Salvini è una costruzion­e giornalist­ica».

Le differenze, però, ci sono, anche in politica estera. Al Dipartimen­to di Stato americano, per esempio, cominciano a diffidare dell’atteggiame­nto «filo russo» del capo della Lega. «Penso che la Russia possa essere un partner importante nella lotta al fondamenta­lismo islamico. Così come, per esempio, non condivido la fiducia che gli americani ripongono nell’arabia Saudita. Però, guardate, io non sono filo-niente. Sono filo-italia».

Posizionam­enti

«I timori per i legami russi della Lega? Io non sono filo-niente, sono solo filo-italia»

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Un «selfie» postato da Giorgia Meloni sul suo account Twitter dal National Prayer Breakfast insieme con la titolare della delega a Famiglia e gioventù nel governo di Viktor Orban
Con la ministra ungherese Un «selfie» postato da Giorgia Meloni sul suo account Twitter dal National Prayer Breakfast insieme con la titolare della delega a Famiglia e gioventù nel governo di Viktor Orban

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