«Parole inopportune ma sono altre le scuse che aspettiamo»
La presidente dei familiari delle vittime
« Oliviero Toscani non doveva pronunciare quelle parole, però le ha dette. Poi ha fatto ammenda, mi è sembrato sincero. E in qualche modo lo accettiamo. In ogni caso ieri, nel riflettere, ho concluso: da altri non sono arrivate le scuse...». Parla con un filo di voce Egle Possetti, presidente del «Comitato delle vittime del ponte Morandi». È la sorella di Claudia, inghiottita nel crollo del viadotto assieme al marito Andrea Vittone — «sposato 23 giorni prima del 14 agosto 2018» — e i figli Manuele e Camilla Bellasio, 16 e 13 anni, avuti dalla precedente unione della donna.
Egle, cosa ha pensato dopo aver saputo che la famiglia Benetton ha rescisso il contratto con Toscani?
«I rapporti tra loro non ci interessano, non ci mettiamo becco anche se Toscani con quella frase ha commesso un errore macroscopico. Semmai la riflessione che faccio è un’altra».
Quale?
«Non vorrei che Toscani diventasse un capro espiatorio. Ha certamente sbagliato pronunciando una frase inopportuna durante un’intervista. Però è bene chiarirlo: con quel che è successo a Genova il 14 agosto 2018 non c’entra niente».
Lui non c’entra con il crollo, a me preoccupa il rischio prescrizione
Di chi sono le colpe di quel disastro?
«Lo accerterà il tribunale quando sarà il momento. Ora i clamori mediatici non servono».
Cosa la preoccupa adesso?
«Il rischio prescrizione per un processo che sicuramente avrà tempi lunghi. E mi angoscia anche la sicurezza sulle autostrade italiane. La politica dovrebbe concentrare la sua attenzione su questo».
Chi era sua sorella?
«Claudia era tutto per me. Avevamo un rapporto costante, in simbiosi. Era una donna generosa, solare, premurosa. Era appena tornata dal viaggio di nozze. Con Andrea, Manuele e Camilla erano stati in California. Mio cognato era legatissimo ai due ragazzi anche se non erano figli suoi».
Quando ha visto Claudia l’ultima volta?
«La sera del 12, in pizzeria tutti assieme, a Pinerolo. C’era anche la terza sorella, Nadia. Una bella serata. Ci descrissero soprattutto il viaggio. Claudia e i ragazzi erano rimasti impressionati dagli homeless. “Tanti, tantissimi”, mi avevano ripetuto».
Quel 14 agosto?
«Claudia mi ha mandato un messaggio al mattino presto, prima di partire per una breve vacanza a Riva Trigoso... Mi ha scritto che c’era un problema con l’antifurto dell’auto. Suonava, faceva le bizze. Ma si è rimesso a funzionare poco dopo».
Poi?
«Sono andata a pranzo da mia madre. Dalla televisione abbiamo appreso del crollo. Ho chiamato, mandato sms... Oggi ho un sogno: vorrei ricordare Claudia con un’iniziativa sugli homeless».