Arriva Hpc5, il supercalcolatore dell’eni
Il più potente nel mondo industriale. Descalzi: per la transizione energetica
d L’obiettivo di Eni è raggiungere le zero emissioni nelle produzioni di gas e petrolio
È il più potente nel mondo industriale: Eni ha avviato ieri Hpc5, il supercomputer capace di compiere fino a 70 milioni di miliardi di operazioni al secondo, installato presso il Geen data center, il centro di calcolo del gruppo energetico situato a Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia, che grazie al campo fotovoltaico ospitato nella struttura punta a essere un modello dal punto di vista della sostenibilità ambientale. E per presentare la nuova infrastruttura, che affianca il precedente calcolatore Hpc4 triplicandone le capacità, Eni ha organizzato un dibattito su geoscienze, ambiente, energia del mare e fusione magnetica aperto dall’amministratore delegato Claudio Descalzi, al quale hanno partecipato anche Biondo Biondi dell’università di Stanford, Giuliana Mattiazzo, vice rettrice per il trasferimento tecnologico del Politecnico di Torino e Dennis Whyte del Mit. Le conclusioni sono state affidate a Emma Marcegaglia, presidente di Eni.
Hpc5 «ha caratteristiche uniche al mondo in ambito industriale, in grado di potenziare e perfezionare ancora i più complessi processi aziendali, accelerando il nostro processo di digitalizzazione e di trasformazione», ha sottolineato Descalzi. «Questo, ha aggiunto, è un momento importante nel percorso di transizione energetica ed è un ulteriore passo avanti verso il traguardo globale che condividiamo con i partner tecnologici e di ricerca: rendere le energie di domani una realtà sempre più vicina». Emma Marcegaglia ha aggiunto che si tratta di un «investimento di decine di milioni per una straordinaria potenza di calcolo, fondamentale per essere primi nell’esplorazione nel mondo ma anche per essere leader nelle energie rinnovabili. Parliamo di fotovoltaico, del movimento del moto ondoso da cui trarre energia, di fusione magnetica». La presidente del gruppo energetico ha insistito su questo punto: il supercomputer si inserisce nel percorso indicato da Eni che ha come «obiettivo raggiungere le zero emissioni nelle nostre produzioni petrolio e gas nel 2030. Un traguardo che raggiungeremo investendo in tecnologie, nelle fonti rinnovabili e nell’economia circolare, in cui vogliamo essere primi».
Eni rinnoverà il consiglio in primavera ed Emma Marcegaglia ha voluto tributare un elogio a Descalzi: «In questi sei anni sotto la sua direzione siamo diventati una azienda fortissima da un punto di vista finanziario. Tutto il management sta ripensando l’azienda del futuro puntando sulle rinnovabili. Senza Descalzi tutto ciò non sarebbe stato possibile. È un manager che ha una capacità di visione proiettata non a qualche anno, ma al 2050. Noi come management abbiamo un grande amore per questa azienda e per il nostro Paese».
Ed Eni, ha scritto in un messaggio il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, «rappresenta un’eccellenza in grado di portare il valore italiano nel mondo in un settore chiave».
A margine del convegno, Descalzi ha detto di non essere stupito dal prezzo basso del greggio. «La Libia ha perso da tre settimane più di un milione di barili al giorno e il prezzo invece di aumentare è sceso. Hanno inciso fattori geopolitici e l’effetto coronavirus, che credo sia un discorso momentaneo: è un problema serio e grave ma la scienza riuscirà a risolverlo». Si è quindi soffermato sulla situazione libica: oggi la produzione giornaliera «è bassa: siamo intorno a 150-160 mila barili al giorno mentre prima eravamo a 300 mila. La preoccupazione è per la popolazione e per l’integrità dell’asset. Abbiamo più di 5 mila persone e bisogna capire se possiamo pagare salari. Se non si ritorna alla situazione di un mese fa il Paese può rischiare il collasso».