Corriere della Sera

Il decennio del Maxxi

Il museo romano del contempora­neo festeggia la cifra tonda Le mostre in arrivo, i fondi. E a giugno la nuova sede a L’aquila

- di Paolo Conti

«La creatività italiana non è un’esclusiva del nostro grande passato. C’è una ricca realtà di artisti contempora­nei, di grandi maestri e di giovani emergenti che nell’era del digitale hanno una straordina­ria opportunit­à di crescita. L’italia ha compiuto per troppo tempo l’errore di concentrar­si sulla tutela e la valorizzaz­ione del nostro patrimonio storico, istintivam­ente marginaliz­zando il contempora­neo. A suo tempo, la scelta di allinearci agli altri Paesi, dando vita a un grande museo nazionale delle arti del XXI secolo, è stata importante e lungimiran­te e non va dimenticat­a». Il ministro Dario Franceschi­ni approfitta del decimo anniversar­io dell’apertura del Maxxi per confermare l’attenzione verso l’arte di questo Terzo, difficile millennio. A Roma, nell’auditorium dell’opera firmata da Zaha Hadid, onirico capitolo di architettu­ra contempora­nea, Franceschi­ni rinnova il suo sostegno a Giovanna Melandri, presidente del Maxxi dal 2012 e confermata (dallo stesso Franceschi­ni) nel gennaio 2018 fino al gennaio 2023. Il ministro promette di «non dimenticar­e» il Maxxi. Arriverann­o «ulteriori risorse economiche» (senza quantifica­rle) nel triennio 2020-22 per l’acquisizio­ne di nuove opere per la collezione permanente, che per molti non è ancora adeguata né al contenitor­e né alla vasta offerta di mostre ed eventi.

Dunque, dieci anni di Maxxi, museo nazionale di arte, architettu­ra, fotografia del XXI secolo. Giovanna Melandri, che da ministro dei Beni culturali varò con entusiasmo il progetto Hadid (battendosi poi dall’opposizion­e quando sembrò arenarsi) rivendica il risultato complessiv­o di un luogo «in cui gli artisti contempora­nei espongono inquietudi­ni e interrogat­ivi del nostro tempo, in una tessitura di sguardi e di poesia pura. Nel nostro strano e amato Paese è più difficile costruire istituzion­i culturali che distrugger­le. Merito di Franceschi­ni averci sempre sostenuto. La grande quantità dei nostri eventi ha reso questo luogo un festival permanente del pensiero». C’è poi l’imminente varo del Maxxi a L’aquila, inaugurazi­one il 20 e 21 giugno, un clone immaginato come cellula culturale di ricrescita post terremoto: «L’eccellente restauro della sede di Palazzo Ardinghell­i mostra come, in un’italia spesso di ritardi e di sprechi, l’arte contempora­nea rappresent­i una scintilla importante di rinascita e un successo del Sistema Paese».

Seguono le cifre esposte da Melandri: in dieci anni 3.328.000 visitatori, raddoppiat­i nel 2019 rispetto al 2010, incassi di biglietter­ia per 12.746.570 euro, 106 mostre temporanee (45 realizzate in collaboraz­ione con altre istituzion­i italiane e straniere) e 14 allestimen­ti della collezione permanente che ora conta 530 opere, 88 fondi archivisti­ci, 1.610 foto di 85 maestri, 2 mila eventi e 5.337 attività di educazione e di formazione con 125.200 partecipan­ti. Il budget del 2020 sarà di 13 milioni di euro più 2 per il Maxxi de L’aquila. Cifre che gli analisti di economia della cultura valuterann­o: le polemiche, in passato, non sono mancate e il decennale sarà la giusta occasione per rimettere a posto le tessere del mosaico. Il nodo dei privati: 250 aziende e fondazioni hanno sostenuto il Maxxi, accanto alle partnershi­p più consolidat­e come quelle con i soci fondatori Enel e Regione Lazio. La Rete degli Amici del Maxxi, assicura Melandri, è molto attiva in Italia e si è estesa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.

Schierato, accanto alla presidente della Fondazione, tutto il nutrito vertice del Maxxi per delineare le proposte 2020: il direttore artistico Hou Hanru, la direttrice Maxxi Architettu­ra Margherita Guccione, il direttore Maxxi Arte Bartolomeo Pietromarc­hi e il segretario generale Pietro Barrera. Per sostenere la collezione permanente ecco la mostra, dal 9 aprile, Senzamargi­ne. Passaggi nell’arte italiana a cavallo del millennio: apparirann­o artisti come Kounellis, Carla Accardi, Maurizio Cattelan, Luigi Ghirri, Mario Schifano con la prospettiv­a di acquisire definitiva­mente nuove opere di maestri mancanti nella collezione. L’obiettivo, come ha ripetuto Franceschi­ni, è che il Maxxi sia sempre più un prestigios­o Museo della Contempora­neità. Poi, in ordine sparso: la mostra Real_italy, dal 19 febbraio, coprodotta con la Direzione

generale Creatività contempora­nea del ministero, con le opere vincitrici delle prime due edizioni dell’italian Council, bando per artisti italiani all’estero. Il 9 aprile anche Omaggio a Claudia Gian Ferrari, gallerista e collezioni­sta famosa nel mondo, scomparsa dieci anni fa dopo aver donato 58 opere al Maxxi. I tre finalisti del Maxxi Bulgari Prize 2020, a sostegno dei giovani talenti: Giulia Cenci, Tomaso De Luca e Renato

Leotta. In quanto all’architettu­ra, dopo la retrospett­iva dedicata a Giò Ponti ecco (sempre dal 9 aprile) Aldo Rossi. L’architetto e le città, per chiudere un cerchio dialettico tra diverse poetiche nella stessa stagione di irripetibi­le fertilità ideativa. Stimolante si annuncia Yap Rome at Maxxi, progetto in network col Moma per giovani architetti. Di forte impatto socio-politico sarà certamente Ciao da Roma, imponente olio di Navin Rawanchaik­ul, artista tailandese che racconterà (nell’esibizione curata da Hou Hanru e Donatella Saroli dal 27 maggio) la multicolor­e comunità di migranti dell’asia meridional­e trapiantat­a nella Capitale.

Infine, siamo a Roma, arena di polemiche. Nei suoi saluti, Albino Ruberti, capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, loda Melandri e il Maxxi e parla del Campidogli­o senza citarlo: «C’è da sperare che per i vertici di realtà cittadine come il Macro e Musica per Roma (l’auditorium, ndr) vengano indicate personalit­à di adeguata qualità». Lo sperano, sinceramen­te, tutti i romani.

I numeri

In dieci anni oltre 3 milioni di visitatori. Il budget del 2020 sarà di 13 milioni di euro più 2 per l’abruzzo

 ??  ?? In alto: un interno del Maxxi (foto Musacchio Ianniello). Qui sopra: Isaac Julien, O que é um museu? / What is a Museum?, 2019 (courtesy Isaac Julien & Victoria Miro)
In alto: un interno del Maxxi (foto Musacchio Ianniello). Qui sopra: Isaac Julien, O que é um museu? / What is a Museum?, 2019 (courtesy Isaac Julien & Victoria Miro)
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 ??  ?? Profilo L’esterno del Maxxi. Il museo sorge nell’area dell'ex caserma Montello, in via Guido Reni. Parte della caserma è sopravviss­uta ed è stata inglobata nel progetto di Zaha Hadid (foto Musacchio Ianniello)
Profilo L’esterno del Maxxi. Il museo sorge nell’area dell'ex caserma Montello, in via Guido Reni. Parte della caserma è sopravviss­uta ed è stata inglobata nel progetto di Zaha Hadid (foto Musacchio Ianniello)

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