Corriere della Sera

Le regole per orientarsi nella giungla senza regole

- di Carlo Baroni

Èil sogno di molti. Fare soldi. Senza rischiare. Vedere crescere i propri risparmi come la piantina sulla finestra. Basta bagnarla un po’. Giorno dopo giorno. Poi ci pensa lei a sbocciare. Ma i soldi non sono numeri. Solo emozioni. Per questo è così difficile farci i conti. E puoi essere l’analista più bravo, il finanziere più spregiudic­ato, il risparmiat­ore più avveduto: non c’è verso. L’incertezza dominerà la tua vita. «In teoria non dovrebbe esserci

La massima di Buffett «Wall Street è l’unico posto in cui chi arriva in Rolls chiede aiuto a chi arriva in metrò»

differenza tra la teoria e la pratica: ma in pratica ce n’è». L’intuizione non è di un guru di Wall Street, a parlare era Yogi Berra, mitico giocatore di baseball per tutti, fine maestro del pensiero per chi lo conosceva bene.

Jungle guide di Alessandro Parravicin­i (Mondadori), bocconiano, operatore finanziari­o, è una mappa per attraversa­re la «selva oscura» dei mercati finanziari. Consigli per chi ha dei soldi da mettere al sicuro. Sapendo in anticipo che la regola è che non ci sono regole. Non basta essere un mago e seguire la procedura giusta. C’è un momento in cui la partita non dipende più da voi. Bisogna comprender­e la «natura del gioco». L’aveva capito anche il mito degli economisti di tutti i tempi, John Maynard Keynes. Uno dei pochissimi a scendere dalla cattedra e vedere se quello che scriveva (talvolta pontificav­a) aveva un riscontro nella realtà, cioè nei mercati. E spesso ci ha sbattuto il muso. Ha perso milioni di sterline ma almeno ci ha messo il portafogli­o.

Uno dei verbi più gettonati dei mercati finanziari è «oscillare». Non proprio l’idea di stabilità che ci si aspettereb­be da chi gestisce i nostri risparmi. E allora l’immagine degli economisti affidabili quanto gli astrologi prende paurosamen­te corpo. I capitoli della guida di Parravicin­i spiegano tante cose. Partono sempre con una massima di chi i soldi li ha fatti moltiplica­re come i numeri dentro un flipper. Una recita così: «Investire è semplice, ma non è facile». A pronunciar­la Warren Buffett, un patrimonio stimato di 90,5 miliardi di dollari. Il terzo uomo più ricco del mondo. E qualcosa vorrà dire.

La Jungle guide è un manuale necessario. E riguarda tutti. Perché non è più come una volta. Che portavi i soldi in banca e non ci pensavi più.

Adesso se non sai cos’è un hedge fund sei già su una brutta strada. Infatti il libro comincia con un glossario e si chiude con l’elenco del Gotha dell’economia. Perché conoscere è il primo passo per capire. E se la materia è irrazional­e non si finisce mai di imparare. Ma, come si ripete spesso, nel mercato azionario conta più il carattere dell’intelligen­za. L’accettare le perdite che sono solo la certezza che un giorno ci sarà un guadagno. Investire è una scommessa. Che puoi vincere se non ti fai abbagliare dal demone dell’avidità. «Non puoi prevedere quello che succederà, ma ti puoi preparare». Decisioni veloci, che solo dopo saprai se saranno anche quelle giuste. E come insegna ancora Warren Buffet: «Wall Street è l’unico posto in cui chi arriva in Rollsroyce chiede consiglio a chi arriva in metropolit­ana». Ci vuole un attimo a scambiarsi il mezzo di trasporto.

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Abdullah Syed (1974), Weaving Myth VI-U.S. vs China (2013), courtesy dell’artista / Aicon Gallery, New York

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