Sexy scandalo per Parigi
Un dissidente russo pubblica le immagini di Griveaux, l’ex portavoce dell’eliseo in corsa a Parigi
Macron perde il suo candidato sindaco Benjamin Griveaux, 42 anni. Un dissidente russo ha diffuso un suo video intimo.
PARIGI La vita pubblica francese conosce un nuovo, inedito momento di violenza politica dopo la rivolta dei gilet gialli, le distruzioni dei black bloc e i ferimenti provocati dalle forze dell’ordine. Una violenza stavolta non fisica ma legata a due video intimi del candidato di Emmanuel Macron alla carica di sindaco di Parigi, che sono stati divulgati su Internet da un controverso rifugiato politico russo e rilanciati sui social. Benjamin Griveaux, sposato con tre figli di 7 anni, 5 anni e otto mesi, non ha potuto fare altro che abbandonare la corsa elettorale.
«Annunciando la mia candidatura al municipio di Parigi conoscevo la durezza della vita politica — ha dichiarato Griveaux in un video diffuso ieri mattina — Ma siamo passati a un livello ulteriore. La mia famiglia non merita questo, nessuno dovrebbe subire una violenza simile. Ecco perché ho deciso di ritirare la mia candidatura».
Negli ultimi anni si sono moltiplicate anche in Francia le campagne per mettere in guardia i liceali dai rischi del sexting. Ma a fare le spese della divulgazione di immagini sessuali in questo caso è un 42enne esponente politico di primo piano, già collaboratore di Dominique Strausskahn, poi co-fondatore di En Marche!, portavoce del movimento e poi del governo, dal quale si era dimesso per presentarsi alle elezioni del 15 marzo prossimo.
L’artista russo Piotr Pavlenski ha pubblicato nel sito «Pornopolitique.com» uno scambio di messaggi tra Griveaux e una donna, risalenti sembra al 2018, quando lui era ancora portavoce del governo. Della chat fanno parte due video di Griveaux che si masturba, e queste frasi: «Lei ha una famiglia o non è ancora prigioniera dei figli/marito?», chiede Griveaux. «No, sono troppo giovane, sono libera», risponde la donna.
I due video e l’accostamento famiglia-prigione sono abbastanza per fare scattare l’accusa di ipocrisia, secondo Pavlenski. «Tutto il programma elettorale di Griveaux si fonda sulla tutela della famiglia e il benessere dei bambini — scrive —. Ma poi dice a una ragazza che la famiglia e i figli sono una prigione ».
Non è chiaro come Pavlesnki sia entrato in possesso della chat. Griveaux non ha commesso alcuna azione illegale, e anzi è Pavlesnki che rischia di essere incriminato. Ma al di là degli aspetti morali che riguardano solo lui e la sua famiglia, Griveaux si è messo nelle condizioni di essere ricattato o danneggiato in modo irreparabile.
Un altro aspetto interessante è il ruolo giocato da Juan Branco, trentenne avvocato di estrema sinistra vicino ai gilet gialli che la lavorato per Julian Assange ed è autore di un durissimo pamphlet complottista — «Crépuscule» — contro Emmanuel Macron. Branco dice di essere stato contattato nei giorni scorsi da Pavlenski, che gli ha parlato di «un gesto politico contro il sistema di Macron», e potrebbe difendere il rifugiato russo se Griveaux lo portasse in tribunale.
A un mese dalle elezioni, mentre tutta la classe politica parla di un «attacco ignobile», il partito di Macron cerca in fretta un nuovo candidato e raddrizzare una campagna che appariva già compromessa (Griveaux era in difficoltà, solo terzo nei sondaggi dietro Anne Hidalgo a sinistra e Rachida Dati a destra).