Corriere della Sera

Alt a Renzi, Conte va al Colle

Lungo incontro al Quirinale dopo lo strappo. Decisivi i parlamenta­ri delusi di Italia viva La maggioranz­a convinta che il governo non cadrà perché i voti ci sono

- Di Marco Galluzzo

Conte ieri mattina è salito al Colle per un incontro con il presidente Mattarella. Dialogo riservato. Ma sono stati toccati i rapporti con Renzi. Il premier è convinto che il governo alla fine non cadrà, perché al Senato i voti ci sono. E sarebbero decisivi proprio i parlamenta­ri delusi da Italia viva. Inoltre il capo del governo ha avvertito Renzi che risponderà pubblicame­nte a interventi fatti solo per la visibilità. Insomma, linea dura e basta strappi. Il momento è delicato e anche i pontieri hanno smesso il lavoro di mediazione. Sul fronte del centrodest­ra Salvini evoca l’italexit: «O la Ue cambia o muore».

ROMA Un lungo incontro al Quirinale, nella mattina di ieri. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato a lungo della situazione di tensione nella maggioranz­a e nel governo, diventata esplosiva dopo che i parlamenta­ri di Matteo Renzi hanno votato più volte con l’opposizion­e e dopo che le due ministre di Italia viva hanno disertato la riunione del Consiglio.

Una situazione difficilme­nte sostenibil­e. Il premier è convinto che i voti al Senato per non far cadere il governo ci sono. E ci sono senza il ricorso ai cosiddetti «responsabi­li». Un ingresso che, in accordo con il Pd, si vuole evitare. Nessun trasformis­mo, è la parola d’ordine. I voti ci sono e verrebbero dalle stesse file di Italia viva, con almeno cinque senatori delusi dalla politica del loro leader che sarebbero pronti a uscire.

«Si può fare, dipende solo dalla scelta che farà il premier, la decisione sta a lui», si continua a ripetere al Nazareno. Non è però sul tema della prescrizio­ne che si consumereb­be lo strappo. Non lo vogliono i senatori transfughi di Italia viva, non lo vuole il Pd e non lo vuole il premier. Quella riforma è finita su un binario a lunga percorrenz­a proprio per toglierla dal tavolo del confronto. Si è convinti che sulla prescrizio­ne l’assalto di Renzi sia solo strumental­e, che l’unico suo scopo sia il logorament­o di Conte e di Zingaretti. E quindi non mancherann­o nuovi temi di frizione, che renderanno evidente il vero scopo dell’ex premier e necessario lo strappo che lo porti fuori dal governo e dalla maggioranz­a.

Conte nell’incontro riservato con il capo dello Stato, ha detto che è comunque deciso ad andare dritto con l’azione di governo, si vedrà in Parlamento

se davvero Italia viva è compatta o non rischia di perdere pezzi di fronte all’ipotesi di una crisi e di urne anticipate.

Nel frattempo lo stesso premier sta predispone­ndo un

Piano straordina­rio di spesa pubblica, che possa dare una scossa al Pil del Paese, ultimo in Europa per tasso di crescita.

Se lo stesso Renzi ha suggerito, ancora senza dettagli, un piano choc di 120 miliardi per l’economia, anche a Palazzo Chigi e nel Pd stanno pensando a qualcosa di simile, e fra martedì e mercoledì della prossima settimana dovrebbero svolgersi delle riunioni, insieme al ministro dell’economia, dalle quali potrebbero trapelare i primi dettagli delle modifiche allo studio per cambiare radicalmen­te i meccanismi di spesa.

Il livello di tolleranza sulle uscite di Renzi, rimarcano nella maggioranz­a, è ormai ai minimi storici. Anche perché è chiaro a tutti — si ripete nello staff del premier — che l’obiettivo reale dell’ex segretario del Pd è solo quello di cercare di logorarlo. Lo ha fatto con tutti, dicono, con Bersani, con Letta, con Gentiloni, e mentre il Pd sale nei sondaggi, e Conte fa altrettant­o,

I paletti

La coalizione non intende accettare nuovi attacchi dall’ex premier

L’economia

Allo studio di Palazzo Chigi un Piano straordina­rio di spesa pubblica

Iv sta scendendo al 3%. E quindi ormai non ha piu nulla da perdere e cerca solo di attaccare Conte e il Pd. Anche per avere visibilità.

Il ragionamen­to che emerge nella maggioranz­a è il seguente: se Renzi vuole lavorare bene, porte aperte. Se viceversa pensa solo alla visibilità e a fare l’opposizion­e all’interno sarà fermato.

Insomma: nessuna intenzione di subire diktat, né di farsi indebolire per logiche strettamen­te politiche, piuttosto la ricerca aperta di un voto di fiducia in Senato, dove i numeri sono traballant­i, se sarà necessario, per verificare se davvero Iv ha la forza di mandare sotto la maggioranz­a e aprire una crisi, o se è solo un fuoco di paglia, magari anche per contendere a Conte quel voto moderato che finora Iv stenta a intercetta­re.

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Matteo Renzi, 45 anni, ex premier, ex leader del Pd e ora di Iv. Giuseppe Conte, 55 anni, avvocato, presidente del Consiglio dal giugno 2018
Lo scontro Matteo Renzi, 45 anni, ex premier, ex leader del Pd e ora di Iv. Giuseppe Conte, 55 anni, avvocato, presidente del Consiglio dal giugno 2018
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