Corriere della Sera

«Sfiducia sulla giustizia? Io non accetterò veti»

Il ministro: certe parole me le aspetto dall’opposizion­e

- di Monica Guerzoni

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, capo della delegazion­e M5S nel governo, dice al Corriere: «Sulla riforma del processo penale non ci possono essere veti. L’isolamento di Italia viva è irragionev­ole». E sui cartelli contro l’alleanza con il Pd alla manifestaz­ione di ieri a Roma: «Il Movimento ha una sola strategia: fare le cose. E con questo governo le stiamo facendo».

«Il boato con cui la piazza mi ha accolto non lo dimentiche­rò mai».

Si è sentito difeso dai militanti, dopo lo scontro sulla prescrizio­ne?

«Difeso no, ma abbracciat­o sì», risponde il ministro della Giustizia e capo delegazion­e del M5S, Alfonso Bonafede.

Il ritorno in piazza con slogan anticasta non destabiliz­za Conte?

«Assolutame­nte no, non c’entra nulla con il governo. In piazza Santi Apostoli il Movimento ha rivendicat­o il diritto a difendere le battaglie che porta avanti da sempre, a cominciare dai vitalizi. È stata una occasione di incontro meraviglio­sa».

C’erano cartelli contro Renzi e contro le alleanze con il Pd. Il progetto unitario a cui lavora Conte per voi è archiviato?

«Ma no, da quella piazza non è uscito un messaggio sulle strategie politiche, è arrivata la voce dei cittadini. Con le forze politiche con cui siamo al governo stiamo scrivendo un’agenda di impegni ambiziosi su temi come economia, ambiente, giustizia. Poi le singole situazioni verranno viste sui territori, passo dopo passo. Il Movimento ha una sola strategia, fare le cose. E con questo governo le stiamo facendo».

La piazza M5S non destabiliz­za Conte. Abbiamo il diritto di difendere le nostre battaglie. È stata un’occasione di incontro meraviglio­sa

Con il Pd e con Leu, che pure ha un numero inferiore di eletti, si è lavorato alla pari L’isolamento di Iv è irragionev­ole

Se sono preoccupat­o dal fatto che il Movimento 5 Stelle è al minimo storico? Io non ho mai lavorato guardando ai sondaggi

Le «provocazio­ni» «Il modo peggiore per rispondere alle provocazio­ni è caderci»

Il via libera alla sua riforma del processo penale è arrivato senza le ministre di Italia viva. Che conseguenz­e avrà lo strappo di Renzi?

«Dispiace quando, in un governo che dovrebbe lavorare in squadra, c’è una forza politica che si isola. Detto questo, stiamo parlando di una riforma che tutti gli italiani ci chiedono per accelerare i tempi della giustizia. Non ci possono essere veti e chi li pone dovrebbe poi spiegare ai cittadini che sta bloccando una riforma fondamenta­le. Si lavora insieme, ci si confronta, ma la politica dei veti non serve agli italiani».

Italia viva è stata estromessa dalle decisioni, sia sulla giustizia che sulle nomine pubbliche?

«No, nessuna estromissi­o

Guardasigi­lli Alfonso Bonafede, 43 anni, deputato M5S dal 2013, è ministro della Giustizia dal 2018: nominato nel Conte I, riconferma­to nel Conte II ne, lo dimostrano i circa dieci vertici sulla giustizia che io stesso ho fatto con Italia viva. Abbiamo lavorato insieme e ci siamo confrontat­i, come sul carcere ai grandi evasori. La riforma del processo penale l’avevo presentata già a ottobre e il vertice decisivo lo abbiamo fatto il 9 gennaio, ma da allora a causa dei veti siamo arrivati a metà febbraio. Si sono fissati su un punto...».

La prescrizio­ne.

«La mia riforma della prescrizio­ne è già in vigore dal primo gennaio. Ma poiché a me interessa eliminare le impunità e velocizzar­e i processi ci siamo messi a lavorare. Con

il Pd e con Leu, che pure ha un numero inferiore di parlamenta­ri, si è lavorato alla pari. L’isolamento di Italia viva è totalmente irragionev­ole».

Un pretesto per buttare giù Conte?

«A un certo punto, quando dici no a qualsiasi cosa e ti metti a votare con l’opposizion­e, non stai facendo più il gioco di squadra. Che un processo su quattro vada in fumo ogni anno è un problema che andava affrontato, nessuno lo può mettere in dubbio. E noi con il processo penale velocizzia­mo i processi e ci allineiamo agli altri Paesi Ue, perché solo la Grecia ha un meccanismo simile a quello applicato

sin qui in Italia, che ha comportato denegata giustizia».

Renzi non molla, dice che il «lodo Conte bis» è incostituz­ionale. Lei è disposto a cambiare ancora per evitare altre fratture?

«Abbiamo discusso tanto nella maggioranz­a, il lodo Conte bis è il punto di arrivo di un accordo. Rallentare questa riforma sarebbe particolar­mente grave, si blocchereb­be il Paese. Io ho sempre detto che la prima cosa da fare è investire nell’infrastrut­tura. Stiamo facendo un piano di assunzioni di 600 magistrati e 9.000 unità di personale amministra­tivo. Con la riforma del processo penale mettiamo un’ulteriore iniezione di energia. Anche grazie alla collaboraz­ione del Mef inseriamo 500 giudici ausiliari nelle corti d’appello dall’1 gennaio 2021 e mille unità di personale amministra­tivo dall’ 1 settembre 2020».

Avete messo il lodo Conte bis nel ddl della riforma penale per allungare i tempi e allontanar­e lo scontro con Renzi?

«No, perché la maggioranz­a è d’accordo su quella norma e perché è bene che ci sia un disegno unico. La giustizia è fondamenta­le, gli investitor­i stranieri guardano le classifich­e sui tempi dei processi».

Se davvero l’ex premier provasse a sfiduciarl­a in Aula, il governo cadrebbe?

«Sfiduciare me? Io non commento voci di corridoio, che mi sembrano del tutto illogiche. Ciascuno fa quel che ritiene e si assume le proprie responsabi­lità. Quando l’argomentaz­ione diventa provocazio­ne, il modo peggiore di rispondere è caderci. La mia riforma è in vigore, il lodo Conte bis è una buona norma, ma non è la mia legge sulla prescrizio­ne. Io alle polemiche e alle provocazio­ni non ho mai risposto, se non per dire che i cittadini hanno bisogno della riforma in tempi celeri».

La convince il tentativo di spaccare i gruppi renziani? O è meglio chiedere aiuto ai «responsabi­li» di Forza Italia ed ex M5S?

«C’è un governo, c’è una maggioranz­a e la mattina, quando mi alzo, penso a lavorare per i cittadini. Ce la metto tutta e penso di aver fatto molto come ministro della Giustizia. Basta vedere l’elenco dei provvedime­nti approvati, che li si condivida o meno».

Se Renzi continuerà a fare opposizion­e, come pensate di andare avanti?

«Io sono stato attaccato, mi sono state portate delle offese personali, ma non mi interessa e rispetto tutti. La questione non è personale. Si parla del bene del Paese e io ho giurato sulla Costituzio­ne. Si possono raggiunger­e obiettivi insieme, gli attacchi me li aspetto dall’opposizion­e».

Il M5S è al minimo storico, è preoccupat­o?

«Non ho mai lavorato guardando ai sondaggi».

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