«Sfiducia sulla giustizia? Io non accetterò veti»
Il ministro: certe parole me le aspetto dall’opposizione
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, capo della delegazione M5S nel governo, dice al Corriere: «Sulla riforma del processo penale non ci possono essere veti. L’isolamento di Italia viva è irragionevole». E sui cartelli contro l’alleanza con il Pd alla manifestazione di ieri a Roma: «Il Movimento ha una sola strategia: fare le cose. E con questo governo le stiamo facendo».
«Il boato con cui la piazza mi ha accolto non lo dimenticherò mai».
Si è sentito difeso dai militanti, dopo lo scontro sulla prescrizione?
«Difeso no, ma abbracciato sì», risponde il ministro della Giustizia e capo delegazione del M5S, Alfonso Bonafede.
Il ritorno in piazza con slogan anticasta non destabilizza Conte?
«Assolutamente no, non c’entra nulla con il governo. In piazza Santi Apostoli il Movimento ha rivendicato il diritto a difendere le battaglie che porta avanti da sempre, a cominciare dai vitalizi. È stata una occasione di incontro meravigliosa».
C’erano cartelli contro Renzi e contro le alleanze con il Pd. Il progetto unitario a cui lavora Conte per voi è archiviato?
«Ma no, da quella piazza non è uscito un messaggio sulle strategie politiche, è arrivata la voce dei cittadini. Con le forze politiche con cui siamo al governo stiamo scrivendo un’agenda di impegni ambiziosi su temi come economia, ambiente, giustizia. Poi le singole situazioni verranno viste sui territori, passo dopo passo. Il Movimento ha una sola strategia, fare le cose. E con questo governo le stiamo facendo».
La piazza M5S non destabilizza Conte. Abbiamo il diritto di difendere le nostre battaglie. È stata un’occasione di incontro meravigliosa
Con il Pd e con Leu, che pure ha un numero inferiore di eletti, si è lavorato alla pari L’isolamento di Iv è irragionevole
Se sono preoccupato dal fatto che il Movimento 5 Stelle è al minimo storico? Io non ho mai lavorato guardando ai sondaggi
Le «provocazioni» «Il modo peggiore per rispondere alle provocazioni è caderci»
Il via libera alla sua riforma del processo penale è arrivato senza le ministre di Italia viva. Che conseguenze avrà lo strappo di Renzi?
«Dispiace quando, in un governo che dovrebbe lavorare in squadra, c’è una forza politica che si isola. Detto questo, stiamo parlando di una riforma che tutti gli italiani ci chiedono per accelerare i tempi della giustizia. Non ci possono essere veti e chi li pone dovrebbe poi spiegare ai cittadini che sta bloccando una riforma fondamentale. Si lavora insieme, ci si confronta, ma la politica dei veti non serve agli italiani».
Italia viva è stata estromessa dalle decisioni, sia sulla giustizia che sulle nomine pubbliche?
«No, nessuna estromissio
Guardasigilli Alfonso Bonafede, 43 anni, deputato M5S dal 2013, è ministro della Giustizia dal 2018: nominato nel Conte I, riconfermato nel Conte II ne, lo dimostrano i circa dieci vertici sulla giustizia che io stesso ho fatto con Italia viva. Abbiamo lavorato insieme e ci siamo confrontati, come sul carcere ai grandi evasori. La riforma del processo penale l’avevo presentata già a ottobre e il vertice decisivo lo abbiamo fatto il 9 gennaio, ma da allora a causa dei veti siamo arrivati a metà febbraio. Si sono fissati su un punto...».
La prescrizione.
«La mia riforma della prescrizione è già in vigore dal primo gennaio. Ma poiché a me interessa eliminare le impunità e velocizzare i processi ci siamo messi a lavorare. Con
il Pd e con Leu, che pure ha un numero inferiore di parlamentari, si è lavorato alla pari. L’isolamento di Italia viva è totalmente irragionevole».
Un pretesto per buttare giù Conte?
«A un certo punto, quando dici no a qualsiasi cosa e ti metti a votare con l’opposizione, non stai facendo più il gioco di squadra. Che un processo su quattro vada in fumo ogni anno è un problema che andava affrontato, nessuno lo può mettere in dubbio. E noi con il processo penale velocizziamo i processi e ci allineiamo agli altri Paesi Ue, perché solo la Grecia ha un meccanismo simile a quello applicato
sin qui in Italia, che ha comportato denegata giustizia».
Renzi non molla, dice che il «lodo Conte bis» è incostituzionale. Lei è disposto a cambiare ancora per evitare altre fratture?
«Abbiamo discusso tanto nella maggioranza, il lodo Conte bis è il punto di arrivo di un accordo. Rallentare questa riforma sarebbe particolarmente grave, si bloccherebbe il Paese. Io ho sempre detto che la prima cosa da fare è investire nell’infrastruttura. Stiamo facendo un piano di assunzioni di 600 magistrati e 9.000 unità di personale amministrativo. Con la riforma del processo penale mettiamo un’ulteriore iniezione di energia. Anche grazie alla collaborazione del Mef inseriamo 500 giudici ausiliari nelle corti d’appello dall’1 gennaio 2021 e mille unità di personale amministrativo dall’ 1 settembre 2020».
Avete messo il lodo Conte bis nel ddl della riforma penale per allungare i tempi e allontanare lo scontro con Renzi?
«No, perché la maggioranza è d’accordo su quella norma e perché è bene che ci sia un disegno unico. La giustizia è fondamentale, gli investitori stranieri guardano le classifiche sui tempi dei processi».
Se davvero l’ex premier provasse a sfiduciarla in Aula, il governo cadrebbe?
«Sfiduciare me? Io non commento voci di corridoio, che mi sembrano del tutto illogiche. Ciascuno fa quel che ritiene e si assume le proprie responsabilità. Quando l’argomentazione diventa provocazione, il modo peggiore di rispondere è caderci. La mia riforma è in vigore, il lodo Conte bis è una buona norma, ma non è la mia legge sulla prescrizione. Io alle polemiche e alle provocazioni non ho mai risposto, se non per dire che i cittadini hanno bisogno della riforma in tempi celeri».
La convince il tentativo di spaccare i gruppi renziani? O è meglio chiedere aiuto ai «responsabili» di Forza Italia ed ex M5S?
«C’è un governo, c’è una maggioranza e la mattina, quando mi alzo, penso a lavorare per i cittadini. Ce la metto tutta e penso di aver fatto molto come ministro della Giustizia. Basta vedere l’elenco dei provvedimenti approvati, che li si condivida o meno».
Se Renzi continuerà a fare opposizione, come pensate di andare avanti?
«Io sono stato attaccato, mi sono state portate delle offese personali, ma non mi interessa e rispetto tutti. La questione non è personale. Si parla del bene del Paese e io ho giurato sulla Costituzione. Si possono raggiungere obiettivi insieme, gli attacchi me li aspetto dall’opposizione».
Il M5S è al minimo storico, è preoccupato?
«Non ho mai lavorato guardando ai sondaggi».