Corriere della Sera

Di Maio si riprende la piazza 5 Stelle

Migliaia a Roma per l’iniziativa anti-vitalizi. Applausi a Taverna. Il giallo dei cartelli contro le alleanze

- Al. T.

Si chiude con il gran ritorno di un inno che era finito nel cassetto — «Non siamo un partito, non siamo una casta, siamo cittadini punto e basta» — e con un bagno di folla per Luigi Di Maio che non è più il capo politico, ma si comporta ancora come tale, stringendo mani, omaggiando la folla e riprendend­osi la sua piazza, visibilmen­te soddisfatt­o. Tanto che appena compare sul palco, come per magia («tutto spontaneo», giurano dallo staff ) parte l’inno d’italia. E dunque il Movimento, che ha perso quote consistent­i di elettori nei sondaggi, torna a lanciare slogan di lotta, come se fosse ancora all’opposizion­e, come se non avesse fatto un governo con la Lega e come non fosse ora in un esecutivo con il Partito democratic­o, Leu e IV.

Piazza Sant’apostoli è piena, anche se non è certo una piazza gigantesca. Si parla di 4-5 mila presenti, anche se i dati di questura e 5 Stelle, per una volta, convergono su 9-10 mila partecipan­ti, arrivati da tutta Italia con 90 pullman.

Molte bandiere e soprattutt­o manifestin­i che suscitano stupore. Perché la scritta più ricorrente è: «Insieme siamo una forza, no ad alleanze». Che c’entrano le alleanze alle Regionali, si chiedono in molti, con la piazza contro i vitalizi? Nulla, in effetti. Ma in questi giorni si gioca una partita importante sull’identità del Movimento. C’è una parte dei parlamenta­ri — Roberto Fico, Luigi Gallo, Federico D’incà, Stefano Patuanelli — che vorrebbe convergere verso il Pd, molti altri guardano ancora con una certa nostalgia in direzione della Lega. A un certo punto si sparge la voce che i manifesti siano stati prodotti su input di Pietro Dettori, consiglier­e alla Farnesina, quindi di Di Maio. La Comunicazi­one del Senato nega: «Sono stati i militanti campani a portarli». Fatto sta che la manifestaz­ione ne è piena e nessuno contraddic­e il niet al Pd. Anche perché il palco è tutto dalla parte di chi vuole stare ben lontano dai dem, governo a parte.

A far la parte della leonessa è l’organizzat­rice Paola Taverna, che interviene due volte, con i suoi soliti toni, iterazioni e climax compresi: «Qualcuno pensa di averci azzoppato, ma ora vedete questa piazza: la nostra forza non si può abbattere». C’è chi la vede lanciata sulla tolda del comando, ma Di Maio è lì a un passo, così come Vito Crimi («la nostra è una rivoluzion­e gentile») e Alfonso Bonafede. Non tutti i 5 Stelle sono venuti, anche perché sono in molti a pensare che la battaglia sui vitalizi sia strumental­e, fuori tempo massimo. Tra questi c’è Giorgio Trizzino: «La piazza va ascoltata, mai usata».

Sui contenuti c’è poco da dire, perché gli slogan sono tutti contro la «casta» e contro i vitalizi. Si dirà: sono già stati aboliti. Ed è vero. Ma c’è in ballo la questione che riguarda 2.154 ex parlamenta­ri che hanno fatto ricorso, consideran­do illegittim­o il provvedime­nto retroattiv­o. In una conferenza stampa che si tiene vicino alla Camera, l’ex Pci Antonello Falomi spiega: «È stata messa in piedi una vergognosa gogna mediatica contro di noi. Si sta rinviando per la terza volta la decisione della commission­e contenzios­a di Palazzo Madama. Serve per farci la campagna elettorale. Cosa si vuole, il tribunale del popolo?». Per Falomi, «è falso che noi si voglia un trattament­o di favore: è il contrario, vogliamo essere trattati come gli altri, visto che nessun

I rapporti con il Pd

Lo staff del ministro degli Esteri: gli slogan sulle intese locali? Non siamo stati noi

cittadino italiano ha subito un atto retroattiv­o». Non è piaciuta neanche l’intervista del presidente del Senato Elisabetta Casellati nella quale sembra chiedere — «ma non è chiaro», spiega Falomi — le dimissioni dei componenti «per spazzare via qualsiasi dubbio sulla terzietà».

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Vito Crimi, 47 anni, capo politico reggente del M5S, con Luigi Di Maio, 33, ministro degli Esteri, ieri alla manifestaz­ione in piazza Santi Apostoli a Roma
Insieme Vito Crimi, 47 anni, capo politico reggente del M5S, con Luigi Di Maio, 33, ministro degli Esteri, ieri alla manifestaz­ione in piazza Santi Apostoli a Roma
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