Corriere della Sera

«Ministri assenti nel Cdm? Accadde sulla Mammì E non ci fu crisi»

- Alessandra Arachi

Senatore Eugenio Comincini anche lei è tra quelli che pensano di abbandonar­e Italia viva?

«No, assolutame­nte no. E non mi risulta che ci siano parlamenta­ri che intendono abbandonar­e».

È sicuro?

«Su questo penso di poter garantire anche per i miei colleghi parlamenta­ri. Non so chi metta in giro queste voci, ma posso assicurare che è soltanto un gossip senza fondamenta».

Forse si parla di fuoriuscit­e dal partito perché adesso all’interno di Italia viva c’è molta turbolenza...

«La turbolenza c’è soltanto per un tema specifico e ben circoscrit­to: la prescrizio­ne. Noi riteniamo che la riforma Bonafede su questa questione sia davvero un grave errore, e un tempo non eravamo gli unici a pensarla così».

Cosa vuole dire?

«Quando eravamo tutti del Partito democratic­o avevamo posto su questa legge una questione di costituzio­nalità».

E adesso che il Partito democratic­o non sembra essere più di questo avviso cosa pensate di fare voi di Italia viva?

«La nostra battaglia sulla prescrizio­ne non si ferma di certo. Noi non facciamo caciara su tutto, ma soltanto su questo punto specifico. E voglio essere chiaro: non stiamo facendo questa battaglia per avere un po’ di visibilità mediatica, ma perché ci crediamo davvero che sia un tema fondamenta­le per la nostra democrazia».

Volete generare una crisi di governo? Nel Consiglio dei ministri appena passato i vostri due ministri di Italia viva non si sono presentati

«E quindi che vuol dire che non si sono presentati? Non drammatizz­erei».

Cosa significa non drammatizz­erei?

«Ci ricordiamo la legge Mammì nel 1990?».

La legge sulle emittenze radiotelev­isive.

«Esattament­e. Per protestare contro quella legge furono ben sei ministri della Democrazia cristiana che si dimisero».

E quel governo alla fine non cadde...

«Non cadde, non ci fu nessuna crisi di governo. E questo nonostante il fatto che tra quei sei dimissiona­ri c’erano ministri del calibro di Sergio Mattarella».

Il «gossip» «Questo è un gossip senza fondamenta, nessuno di noi vuole lasciare»

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