Macron vuole «coinvolgere» Mosca «L’europa si liberi dalla tutela Usa»
Il leader francese alla Conferenza di Monaco sfida Washington, rilanciando il ruolo europeo
MONACO DI BAVIERA L’europa deve impegnarsi nuovamente in un «dialogo strategico» con la Russia, senza per questo cedere sul rispetto dei principi né allentare la morsa su Mosca nei casi dei conflitti congelati come l’ucraina. Lo ha detto Emmanuel Macron, nel suo intervento alla Conferenza sulla Sicurezza che si chiude oggi a Monaco. Dedicato al crescente indebolimento dell’occidente sulla scena internazionale, l’annuale appuntamento bavarese ha confermato divergenze profonde sui temi della difesa e della sicurezza tra l’america di Trump e gli alleati europei.
Il presidente francese ha subito messo in chiaro di non voler proporre la fine delle sanzioni, anche se ha notato come l’embargo «non abbia cambiato assolutamente nulla nel comportamento della Russia». «Ciò di cui abbiamo bisogno — secondo Macron — è di coinvolgere di nuovo Mosca nel lungo periodo», perché è un «grave errore distanziarci da una parte dell’europa di cui non ci piacciono le azioni sulla scena internazionale». La Russia va presa in parola, quando dice che vuole assumere responsabilità comuni, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza: «Ma non può costantemente essere il Paese che blocca ogni progresso all’onu». Macron non si fa illusioni sul fatto che la Russia continuerà a svolgere un ruolo destabilizzante, interferendo nelle campagne elettorali di altri Paesi. Ma ha ricordato che anche gruppi dell’estrema destra americana hanno interferito e condotto azioni illegali di quel tipo. Per il capo dell’eliseo questo pone una sfida all’unione Europea, che non riesce ancora a darsi gli strumenti per difendersi da fake news, manipolazioni e intimidazioni: «Restiamo vulnerabili perché al momento non possiamo reagire rapidamente ed efficacemente».
Il leader francese è intervenuto subito dopo il segretario di Stato americano Mike Pompeo, che aveva cercato di smentire il racconto della fine della partnership transatlantica e del ripiego isolazionista degli Stati Uniti. Pompeo rispondeva al presidente tedesco Frank-walter Steinmeier, che nel discorso inaugurale di venerdì aveva accusato America, Russia e Cina di aver reso il mondo più insicuro e pericoloso. «La morte dell’alleanza atlantica è una notizia molto esagerata», aveva detto il capo della diplomazia americana, liquidando come «differenze tattiche» le frizioni con Europa, Giappone e Canada. Secondo Pompeo in realtà «l’occidente sta vincendo» proprio grazie alla guida dell’amministrazione Trump.
Una retorica con pochi riscontri nella realtà, basti pensare alle decisioni unilaterali prese dagli Stati Uniti in Siria e Afghanistan o al ritiro dall’intesa nucleare con l’iran, che Emmanuel Macron ha contrastato con forza. «L’occidente si sta indebolendo», anche come conseguenza di una politica americana di «disimpegno e ripensamento del rapporto con gli europei». E «noi non possiamo più essere il partner di minoranza degli Stati Uniti», ha spiegato il presidente francese, secondo il quale l’europa deve definitivamente emanciparsi dalla tutela degli Usa e rilanciarsi come «potenza politica e strategica».
Anche se con qualche nuance, Macron ha ribadito le sue critiche alla cautela della Germania sul progetto di rilancio dell’unione Europea. Berlino in effetti non ha mai risposto e in alcuni casi come il bilancio dell’eurozona ha frenato sulle proposte di riforma formulate da Parigi: «Non sono frustrato, ma sono impaziente di avere soluzioni che diano nuova dinamica all’avventura europea». E poiché tema centrale della conferenza era la politica di difesa, Macron è tornato sull’idea di estendere agli alleati europei la protezione dell’ombrello nucleare francese. Con un’importante novità: quella di pensarla come complementare e non alternativa alla deterrenza già esistente nel dispositivo della Nato. Macron ha ipotizzato perfino un consiglio di sicurezza europeo, nel quale coinvolgere anche il Regno Unito, come istanza in cui coordinare le varie iniziative.
Più in generale, ha ammonito il presidente francese, sarà decisiva la velocità con cui l’europa risponderà alle sfide politiche ed economiche del tempo: se non sapesse reagire con tempestività, allora le classi medie europee perderebbero ulteriormente fiducia nella democrazia e questo sarebbe un «errore storico».