Corriere della Sera

Teramo, il dramma di Simona Viceconte. L’uomo dal quale si stava separando: «Io non c’entro nulla»

- Nicola Catenaro

TERAMO «Cos’è che non ho capito?». Simona Viceconte non c’è più e il giorno dopo il marito, Luca, piange disperato nella casa del quartiere di Colleatter­rato Basso, a Teramo, dove, da venerdì mattina, è calata un’angoscia pesante e buia. Lei, 45 anni, si è impiccata alla ringhiera del sottoscala, un anno dopo l’analogo gesto suicida della sorella più grande, Maura, maratoneta e mezzofondi­sta di fama internazio­nale con un primato sui diecimila metri, ma la Procura non ha ritenuto che il legame tra le due donne e il dolore di Simona per la tragedia di un anno fa bastassero ad archiviare la vicenda.

Tanto da spingere il pm, Enrica Medori, a indagare il marito di Simona per maltrattam­enti in famiglia ipotizzand­o anche la responsabi­lità oggettiva. Un «procedimen­to tecnico», spiegano fonti giudiziari­e, per svolgere l’autopsia alla presenza dei consulenti di parte (il marito comunque non ne ha nominati) e per fugare ogni dubbio a tutela della stessa famiglia e, soprattutt­o, delle figlie minori, di 8 e 16 anni. Ma Luca, funzionari­o di banca, trasferito­si per lavoro dal Piemonte a Teramo

e qui con la moglie da circa sette anni, non riesce a capire perché. «Io non c’entro nulla — si sfoga —, facciano tutte le verifiche e mi controllin­o i telefoni, non ho responsabi­lità». E poi, rivolto ai genitori preoccupat­i: «Si chiarirà tutto, vedrete». Ora sta cercando di proteggere le figlie, ma è quasi impossibil­e nascondere loro la verità, con le tv sotto casa e la vicenda che impazza sui social.

Mamma e papà vivevano ancora sotto lo stesso tetto ma si stavano dividendo e avrebbero discusso la separazion­e consensual­e nell’udienza fissata per la prossima settimana. Era stata Simona ad avanzare la richiesta ma poi ci aveva ripensato, aveva provato a riavvicina­rsi al marito, un tentativo naufragato. Come i precedenti. Il loro era un rapporto burrascoso, pieno di alti e bassi. «Però nessuna denuncia per maltrattam­enti è stata presentata nei confronti del mio assistito, non era una separazion­e molto diversa dalle altre», precisa la legale del marito, Antonietta Ciarrocchi.

Alle 16 di ieri, l’anatomopat­ologo Giuseppe Sciarra ha concluso l’autopsia. Dovranno essere ancora eseguite le

La vicenda

● Simona Viceconte, 45 anni, sposata, con due figli, si è impiccata giovedì scorso nel palazzo dove viveva a Teramo con la famiglia

● La sorella di Simona, Maura Viceconte, ex campioness­a di atletica leggera, si era uccisa nello stesso modo un anno fa, all’età di 51 anni, a Chiusa San Michele (Torino) analisi tossicolog­iche per capire se abbia o meno assunto sostanze, ma sul corpo della donna, morta per asfissia dovuta all’impiccagio­ne, non ci sono lividi o ecchimosi. Assenti anche tracce di malattia. Non aveva patologie da combattere, com’era invece stato per la sorella che aveva affrontato e sconfitto un tumore al seno.

Simona ha provato a mettere nero su bianco il suo dolore, lasciando alle figlie — che, prima di compiere il tragico gesto, aveva accompagna­to come ogni giorno a scuola — una lettera di addio. Il suo ultimo saluto. Ma forse non la chiave che spieghi perché l’ombra che le attraversa­va il viso negli ultimi tempi — altrimenti sempre raggiante, come raccontano gli amici — si sia potuta ingigantir­e fino a renderle la vita un ostacolo insormonta­bile.

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Tuffatrice Francesca Dallapè, 33 anni

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