Corriere della Sera

ORANGUTAN

- Di Michele Farina

Il gesto

Il braccio teso dell’orango Anih fotografat­o da Anil Prabhakar in un centro per la riabilitaz­ione di questi animali nel Borneo orientale

D obbiamo comunque esserle grati: Anih non lo sa, ma con quel gesto ha (quasi) cancellato dal «Libro della Giungla» i peccati antropomor­fi dell’infingardo Re Luigi e da Instagram (almeno per un istante) lo strapotere della influencer Kylie Jenner. Mica poco, per una sconosciut­a femmina di orangutan che in un’oscura foresta del Borneo lo scorso settembre ha teso la mano a un umano che stava lì sotto di lei, immerso nella melma.

Avete presente quando ridendo e scherzando gli oranghi umanizzati da Kipling sottraggon­o Mowgli alla panza dell’ignaro Baloo perché il loro sovrano vuole carpirgli il segreto del fuoco? Certo quello nella melma non è più un cucciolo d’uomo: si chiama Syahrul, è una guardia forestale della Bosf (Borneo Orangutan Survival Foundation), una riserva naturale di 4.600 chilometri quadrati nell’east Kalimantan, Indonesia, dove 400 umani cercano di aiutare 650 oranghi a sopravvive­re nel loro habitat naturale. Un’oasi protetta in un mondo stravolto: negli ultimi 40 anni il Borneo ha perso il 39% del suo originario manto verde. Disboscame­nto selvaggio, riscaldame­nto globale,

Il nome orangutan è derivato dalle parole malesi orang che significa «persona» e hutan che vuol dire «foresta». Le specie di questi animali (ne sono rimasti 57 mila nelle foreste pluviali del Borneo e di Sumatra), sono tre: l’orango del Borneo (Pongo pygmaeus) a lato in un disegno di Fulco Pratesi, l’orango di Sumatra

e l’orangutan Tapanuli

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy