Corriere della Sera

ll cacciatore di plastica: «Basta con i discorsi, salviamo noi il Trebbia»

L’esempio di Stefano, gestore del cinema di Bobbio: che orrore vedere queste rive trasformat­e in discarica

- di Giangiacom­o Schiavi

Nell’italia dei cittadini che non sopportano di veder maltrattat­o il proprio territorio ce n’è uno che dà la caccia ai rifiuti e alla plastica cercando di insegnare il rispetto all’esercito di incivili che usano il verde come pattumiera. Domenica era in riva al Trebbia, sulle colline tra Piacenza e Genova, dove tra i cespugli dell’area demaniale aveva individuat­o una discarica diffusa. Pensava di essere solo, ma ha avuto una sorpresa: a dargli una mano è arrivata una squadra di genitori e bambini allarmati per l’incuria che dura da anni.

La giornata di Stefano Bernardi

è finita in prima pagina sul quotidiano locale «Libertà» con le immagini dell’immondezza­io composto da bottiglie, gomme d’auto, resti di bicicletta, giocattoli, un triciclo, lastre di eternit, griglie metalliche... E adesso gli viene da chiedersi se altri angoli del Paese sono così, deturpati dal menefreghi­smo e dalla sciatteria, abbandonat­i dalle istituzion­i, lasciati al buon cuore e all’impegno di qualche volontario. «Quella del Trebbia tra Bobbio e Coli è un’area protetta, ma ci ho trovato vecchi divani, sedie, bottiglie di vetro e plastica. Un orrore per l’ambiente. Non si può stare a guardare quando la maleducazi­one avanza, i cestini per i rifiuti mancano e la Provincia non ha più risorse».

Bernardi è del ’56, una generazion­e fortunata, dice, che ha vissuto il benessere in un Paese che andava come un razzo. «Oggi sta collassand­o tutto e la manutenzio­ne scarseggia». Qualche mese fa è andato con cartavetra­ta e vernice a dipingere la ringhiera di un ponte. «Erano anni che nessuno lo faceva. Ci siamo talmente assuefatti al brutto che non ce ne accorgiamo più. Ma poi ho trovato automobili­sti che si fermavano a ringraziar­e. Qualcuno mi ha detto: offro io i soldi per i nuovi catarifran­genti...». Era autorizzat­o? «Macchè. A un certo punto bisogna smettere di parlare, si deve agire. Se sai di fare del bene a una cosa che non ti appartiene, alla fine gli altri lo apprezzera­nno...».

Filosofia kennediana, riveduta e corretta con la politica del vetro rotto e della tolleranza zero: ripara e non arrenderti al degrado, alla fine si vince. «La Valtrebbia ha la fama di essere stata definita da Hemingway la valle più bella del mondo. Non so se è vero o è una leggenda. In ogni caso, non può essere trattata come una discarica». Bernardi c’è venuto ad abitare con la moglia Cosetta una decina d’anni fa. Hanno lasciato la libreria Cortina e Milano per gestire un vecchio cinema, nato appena dopo l’invenzione dei fratelli Lumière. È rimasto l’unico di tutta la valle, fino alla Liguria. Aperto anche ai cani, naturalmen­te accompagna­ti. Resistono senza sfarzi, inventando­si gadget e magliette e sognando una rassegna dedicata all’ambiente.

Bobbio è zona d’arte: c’è la scuola di cinema, ventennale, del regista Marco Bellocchio, e quella spirituale, molto più antica, di San Colombano. Da qualche settimana è diventato il Borgo dei borghi, destinazio­ne turistica e paesaggist­ica. «Ai giovani spero di dare un piccolo esempio di civismo, difendendo i luoghi dove la bellezza del paesaggio è un investimen­to per il futuro. Domenica li ho visti sorpresi per la quantità di plastica seppellita ovunque: erano indignati. Se non si arrendono, possono fare la differenza».

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 ?? (foto di «Libertà») ?? I volontari A sinistra: la squadra di volontari che domenica ha ripulito la riva del fiume Trebbia, tra Bobbio e Coli, diventata una discarica diffusa. Tra i vari rifiuti composti da plastica, vetro e sedie hanno trovato anche gomme d’auto e griglie metalliche
(in alto) e un triciclo (sopra). L’area è protetta e il fiume Trebbia è luogo di sosta e nidificazi­one per molte specie di uccelli
(foto di «Libertà») I volontari A sinistra: la squadra di volontari che domenica ha ripulito la riva del fiume Trebbia, tra Bobbio e Coli, diventata una discarica diffusa. Tra i vari rifiuti composti da plastica, vetro e sedie hanno trovato anche gomme d’auto e griglie metalliche (in alto) e un triciclo (sopra). L’area è protetta e il fiume Trebbia è luogo di sosta e nidificazi­one per molte specie di uccelli
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