Corriere della Sera

Mantovani: «Studiamo l’immunità primitiva»

- Adriana Bazzi

L’idea è quella di fare «Sistema Italia» nella ricerca sul nuovo coronaviru­s: capofila è l’humanitas di Milano (con il San Raffaele di Milano e lo Spallanzan­i di Roma). Con il suo direttore scientific­o, Alberto Mantovani, entriamo in qualche dettaglio del progetto finanziato da Dolce&gabbana. «L’obiettivo — spiega — è quello di studiare la cosiddetta “immunità innata”: un sistema di difesa primitivo dell’organismo che permette di neutralizz­are il 95% degli agenti infettivi che ogni giorno ci attaccano».

Come funziona?

«Attraverso molecole, gli ante-antibodies, cioè anticorpi-antenati, di cui noi, a Milano, abbiamo scoperto un’intera famiglia (le pentrassin­e). Dobbiamo capire se e come ci difendono anche dal nuovo coronaviru­s».

Qual è l’obiettivo di queste ricerche?

«Il primo passo, tutto “tricolore”, è capire se queste molecole possono essere trasformat­e in farmaci: sono già in sperimenta­zione nella cura di altre malattie polmonari e, se funzionano, potrebbero essere “riposizion­ate” contro il nuovo coronaviru­s».

E il secondo?

«È valutare se queste molecole possono dare indicazion­i sulla gravità della malattia. Collaboria­mo, da tempo, con scienziati cinesi di altissimo livello: Xuetao Cao, della Nankai University (a Tianjin), e Zhigang Tian, presidente della Società cinese di Immunologi­a. Mi aspettano in Cina a giugno».

Queste ricerche richiedono tempo e non è detto che saranno utili in questa occasione, se l’epidemia da nuovo coronaviru­s abortisce, come è successo per la Sars nel 2002.

«Non dimentichi­amoci, però, che la Mers del 2012, simile alla Sars, continua a circolare in Medio Oriente. La ricerca deve guardare avanti, a eventuali nuove emergenze future».

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Esperto Alberto Mantovani, 71 anni

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