Scoppia l’airbag, muore un neonato
Tamponamento a Pisa, il bimbo era nell’ovetto sul sedile anteriore. Il «pallone» non era stato disinserito
PISA Un semaforo, un po’ di coda, un tamponamento che coinvolge tre auto. Uno dei tanti, neppure drammatico. Ma in quella Citroën Berlingo accade qualcosa di imprevisto e tragico. L’airbag sul sedile anteriore del passeggero esplode e investe l’ovetto protettivo dove si trova un neonato di due mesi. Il babbo, che ha appena tentato una frenata per evitare senza riuscirci lo scontro con la macchina che lo precede, vede la testa del figlioletto scuotersi e poi cadere giù come una bambola di pezza.
Sui sedili posteriori ci sono la mamma e l’altro figlio di due anni. Gridano il nome del piccolo che è svenuto e respira a fatica. Il padre, sotto shock, cerca di rianimare il bambino, piange di disperazione, chiede aiuto.
L’ospedale è a pochi minuti e l’ambulanza è velocissima, ma il bambino arriva al Pronto soccorso in condizioni disperate. Ha un trauma cranico e uno toracico, gravissimi, e gli esami diagnostici evidenziano delle lesioni cerebrali. «Dobbiamo operarlo immediatamente, non abbiamo tempo per trasferirlo all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze», dicono i medici. L’intervento al cervello per fermare l’emorragia tecnicamente riesce ma il bambino muore nella notte, troppo gravi sono le ferite. Che, tragica beffa del destino, sono state inflitte quasi certamente da un dispositivo salvavita. «Ma male usato, però, perché l’airbag dal lato del bambino doveva essere disattivato come prevedono le norme quando si usa un sedile-ovetto da bambini sul sedile anteriore», spiegano i vigili urbani di Pisa incaricati di condurre le indagini coordinate dalla Procura cittadina.
È accaduto nel pomeriggio di domenica in via Aristo Manghi, immediata periferia di Pisa, non lontana dall’ospedale di Cisanello. La famiglia della vittima, di origine albanese ma da diversi anni residente a San Giuliano Terme — un Comune limitrofo a quello di Pisa —, stava tornando a casa dalla solita gita domenicale. Alla guida il padre, un muratore, accanto il neonato (avrebbe compiuto ieri due mesi) nell’ovetto omologato e dietro la mamma e l’altro figlio di due anni.
La giornata è bellissima, la strada non è pericolosa anche se c’è abbastanza traffico. Ma vicino a un incrocio con semaforo succede qualcosa di imprevisto. Forse scatta il giallo, un’auto frena bruscamente, una seconda la tampona e la terza, la Citroën sulla quale si trova la famiglia albanese, non riesce ad evitare l’urto. Che non sembra particolarmente violento ma sufficiente a far esplodere quell’airbag che qualcuno si è dimenticato di disattivare. Il piccino viene investito, probabilmente in quella parte della testa più delicata e molle. Forse c’è anche un effetto «scuotimento», fatale anch’esso.
Gli automobilisti coinvolti nel tamponamento sono i primi a dare l’allarme. Il padre è fuori di sé, la madre piange, l’altro piccolo ha lievi ferite e grida disperato. L’intervento del 118 è velocissimo, il Pronto soccorso per fortuna è a pochi minuti di distanza. Il dipartimento di emergenza dell’ospedale Cisanello è già in allarme. Una volante della polizia ha accompagnato lì due medici chirurghi che lavorano in un altro nosocomio della città. Inizia il disperato intervento chirurgico. Si spera sino alle 22.30 quando il piccolo cuore del neonato cessa di battere.
Le indagini, condotte dalla polizia municipale diretta dal comandante Michele Stefanelli, stanno cercando di capire se la morte del bambino sia stata provocata anche da altre concause oltre all’esplosione dell’airbag. Intanto la Procura ha disposto l’autopsia che sarà eseguita probabilmente oggi. S’indaga per omicidio colposo e probabilmente sarà il padre a doverne rispondere per non aver mantenuto la distanza di sicurezza e forse per non aver disattivato l’airbag.