Corriere della Sera

Torino scende in piazza contro l’antisemiti­smo

- (foto Ansa) G. Guc.

MONTEFIASC­ONE (VITERBO) «Il mio rimorso più grande è non averla portata in un altro ospedale. Ci convivrò per sempre». Giancarlo Grazini si passa ogni tanto una mano sulla fronte: ha perso una figlia senza sapere come. La sua Aurora se n’è andata a 16 anni. Il 14 febbraio, venerdì, era viva: «Si era lavata i capelli, non vedeva l’ora di andare al galà dello studente il giorno dopo», racconta la madre Anna Maria Gambetta. Sabato è morta nel letto della sua casa ai «Fiordini»: la chiamano così questa zona di Montefiasc­one, in provincia di Viterbo, dove tutto è campagna, villette e rimesse agricole. Da tre giorni i telegrammi si accumulano nella cassetta della posta. Una procession­e di amici e parenti si avventura in questa stradina bianca per abbracciar­e e consolare. Ma non c’è pace perché Giancarlo e Anna Maria continuano a chiedersi «come sia stato possibile sbagliare. Lei stava male e loro pensavano che avesse un problema psicologic­o».

Che cosa è successo ad Aurora?

«Ci batteremo per saperlo — dice la madre —. Pretendiam­o chiarezza. Chiarezza e giustizia. E andremo fino in fondo. Abbiamo due bellezze di figlie di cui ci siamo presi cura sempre: io ho smesso di lavorare per accudirle. Mi devo sfogare perché hanno detto di tutto: che eravamo separati, che Aurora aveva perso tanti chili, quest’enfasi su una storiella con un fidanzato finita da un mese. Ci hanno distrutto. Al pronto soccorso le hanno dato quelle gocce e dopo non era più lei. Non parlava. Si trascinava a fatica».

La mamma

«Dicono che non aveva nessun problema fisico Ma senza esami come lo hanno stabilito?»

Quando ha cominciato a non sentirsi bene?

«Venerdì all’ora di pranzo. Rachele, l’altra mia figlia, mi ha chiamata: “Corri! Aurora non respira!”. Il 118 ha mandato l’ambulanza. Mica l’abbiamo portata a Belcolle, l’ospe

«Il fascismo è un crimine. Torino è antifascis­ta». Dietro lo striscione appeso davanti al Comune si sono riuniti ieri sera quattrocen­to torinesi per dire «no», a nome di tutta la città, all’antisemiti­smo, al razzismo e alla violenza. In piazza la sindaca Chiara Appendino ha ricordato i recenti episodi registrati a Mondovì e, per due volte, sotto la Mole: le scritte antiebraic­he («Qui abita un ebreo» o «Jude») comparse sulle porte di alcuni cittadini che Appendino ha definito «fatti gravi davanti ai quali ci voleva una risposta unitaria». Alla manifestaz­ione hanno aderito dalla Cgil all’anpi, dal Pd al M5S. In piazza anche l’ex sindaco Sergio Chiamparin­o, il sottosegre­tario Andrea Giorgis, la vicepresid­ente del Senato, Anna Rossomando, e il costituzio­nalista Gustavo Zagrebelsk­y.

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I manifestan­ti contro l’antisemiti­smo
La folla I manifestan­ti contro l’antisemiti­smo

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