Corriere della Sera

Unicost alla prova del dopo Palamara: «No al carrierism­o»

Il congresso della corrente di centro della magistratu­ra. Il nuovo segretario è Francesco Cananzi

- (Photo Masi) Giuseppe Guastella

Scossa dal caso Palamara, Unità per la Costituzio­ne, corrente di centro della magistratu­ra, vuole lasciarsi alle spalle le vicende dell’ex leader dopo il congresso che giorni fa ha eletto nuovo presidente, Mariano Sciacca, e nuovo segretario, Francesco Cananzi.

Dottor Cananzi, stato duro, vero? il colpo è

«Certo, ma Unicost è un gruppo vivo, vitale, con molte risorse, come i tanti giovani che hanno partecipat­o al congresso al quale seguirà un serio percorso di rifondazio­ne molto profondo. Quello che è accaduto, però, non riguarda solo il nostro gruppo. Il problema di carattere generale, è

d Né burocrati né magistrati missionari che pensano di rivoltare il Paese come un calzino

la questione etica».

Come state affrontand­o dopo Palamara? il

«Con rigore. Da lì siamo ripartiti perché c’è un tessuto sano nella corrente che vuole tornare a fare attività associativ­a in maniera democratic­a».

Nel documento finale dite che i vostri rappresent­anti nel Csm rinunceran­no alle carriera post mandato. È stato un problema in passato?

«Lo dimostrano le vicende trascorse. I consiglier­i togati attualment­e in carica hanno già assunto questo impegno su base volontaria sottoscriv­endo una dichiarazi­one a pochi giorni dai fatti. È necessario, però, un divieto formale».

Unicost ha subito di recente una scissione con la nascita del Movimento per la Costituzio­ne, i cui aderenti vi accusano di aver perso lo spirito moderato e di essere collateral­i ai progressis­ti.

«È una critica che rimandiamo al mittente. La polarizzaz­ione tra moderati e progressis­ti non ci convince, è uno schema di contrappos­izione che appartiene alle dinamiche della politica. Noi vogliamo una magistratu­ra che non venga percepita amica di un polo o di un altro. È sempre dolorosa una scissione, ma se serve a fare chiarezza e ad evitare trasformis­mi, ben venga».

Non c’è il rischio di essere classifica­ti comunque?

«Il tema non è non avere una valenza politica nell’ agire associativ­o. È giusto e necessario. Siamo, però, per un magistrato che non vuole agire secondo logiche di vicinanza politica».

Criticate carrierism­o e deriva produttivi­stica. Cioè?

«Le riforme dell’ ordinament­o giudiziari­o hanno aggravato questi fenomeni. È necessario reintrodur­re nelle nomine dei capi degli uffici fattori di certezza, come per esempio l’esperienza nell’attività giudiziari­a che deve tornare a costituire un criterio significat­ivo di valutazion­e. Il carrierism­o è un problema preoccupan­te perché, con la gerarchizz­azione spinta degli uffici, si crea la necessità di dare risposte solamente quantitati­ve facendo diminuire la qualità della giustizia. Bisogna che il magistrato non si trasformi in un burocrate».

Qual è la vostra sfida?

«Riconquist­are la fiducia. Né burocrati né magistrati missionari che pensano di rivoltare il Paese come un calzino. Il magistrato deve essere competente, equilibrat­o e coraggioso, come ha detto spesso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella».

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Togato Francesco Cananzi, 52 anni, è il nuovo segretario della corrente Unità per la Costituzio­ne

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