Corriere della Sera

SENZA UN GRANDE CENTRO IL PROPORZION­ALE FALLISCE

- Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere»

Roberto Carletti

Caro Aldo, lei non crede che in questo momento politico, mai come ora, ci potrebbe essere un grosso bacino di elettori che potrebbero premiare un partito centrista

(che vada a prendere elettori di centrodest­ra e centrosini­stra delusi dagli attuali schieramen­ti) equilibrat­o che ricordi per capirci la vecchia Democrazia cristiana?

CCaro Roberto, ome ha spiegato bene sul Corriere Angelo Panebianco, un sistema proporzion­ale, per reggere, ha bisogno di un grande partito di centro, capace di allearsi di volta in volta con forze alla propria destra o alla propria sinistra. Così è accaduto nella Prima Repubblica con la Democrazia cristiana, che scelse l’alleanza con i socialisti dopo aver verificato l’impossibil­ità di reggersi sui voti missini; pur non rinunciand­o a qualche altro esperiment­o di destra liberale, tipo il primo governo Andreotti del 1972, sostenuto dall’alleanza con i liberali di Malagodi. Lo stesso è accaduto in Germania, dove la Cdu tradiziona­lmente governava con i liberali, ma già negli anni 60 sperimenta­va la grande coalizione con i socialdemo­cratici, ora divenuta la formula di governo abituale di Angela Merkel. Ora l’italia sta tornando al proporzion­ale, violando il mandato referendar­io del 1993 — con cui gli italiani scelsero il maggiorita­rio —, e senza disporre di un grande partito di centro. Poteva esserlo il Pd renziano, che però non esiste più. Oggi il pallino è saldamente nelle mani della destra sovranista, da cui, a mio modo di vedere, non ci si può attendere molto di buono. I partner del patto del Nazareno, Renzi e Berlusconi, sono ridotti ai minimi termini, senza concrete prospettiv­e di crescita. La voce dei cattolici e dei moderati non è mai stata così flebile. La storia non si ripete mai due volte, per fortuna; ma è il caso di ricordare che le democrazie fallite — la Germania di Weimar, la Spagna repubblica­na, il Cile — avevano sistemi proporzion­ali.

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