Pordenone
Lo scrittore libico protagonista della ventiseiesima edizione del festival in programma dal 7 al 14 marzo Dedica 2020, il mondo di Hisham Matar
quale si è fatto promotore Benedetto XVI».
Gaetano Quagliariello — «Sul piano della sfida antropologica, si è cercato di sostenere che il confronto sia tra la scienza e l’oscurantismo. Non è così. A ben vedere, a scontrarsi sono due concezioni della scienza: l’idea di una scienza che abbia valore assoluto, di per se stessa, astrattamente funzionale al “progresso” e non alla persona, e l’idea di una scienza che per potersi definire tale debba sapersi porre dei limiti, e anzi assuma l’imperfezione come elemento della scientificità. Per dirla con il filosofo Karl Popper, una teoria, per essere controllabile e perciò scientifica, deve essere confutabile, dunque limitata e superabile, perciò imperfetta. Se al contrario si afferma una concezione assoluta della scienza, si scivola verso il totalitarismo. E in nome di un falso ideale scientista di ugualitarismo, che rimuove il dato di natura e con esso la differenza e l’imperfezione, si determinano pericolose disuguaglianze che si possono cogliere a monte e valle. A monte, tra coloro i quali hanno i mezzi per trasformare ogni desiderio in un diritto (ad esempio, il denaro per procurarsi un figlio con l’utero in affitto) e quanti invece subiscono i desideri altrui: una dinamica che prelude al vero conflitto di classe del post-materialismo. E a valle, perché lungo questo crinale si può arrivare appunto a “fabbricarsi” un figlio, a rinnegare l’imperfezione, a praticare con l’eugenetica nuove forme di razzismo, a sopprimere i fragili nell’illusione totalitaria di rimuovere la fragilità. Per impedire tutto ciò è necessario ancorarsi a una concezione della scienza che non contraddica i capisaldi della nostra civiltà. Così come per guardare al futuro non è necessario né utile rinnegare il passato, per testimoniare la propria fiducia nel metodo scientifico è addirittura dannoso ritenere che i confini del progresso possano essere tanto indefiniti quanto infiniti. È dannoso, perché infondato, ritenere che la storia proceda sempre e solo in linea retta e che, per questo, ci si debba rifiutare a priori di vagliare criticamente quelle ipotesi proposte dal progresso scientifico che giungono a trascendere la nozione di umanità così come si è fin qui biologicamente e antropologicamente configurata».
Camillo Ruini — «L’elemento più nuovo e specifico che ha dato origine all’attuale questione antropologica è costituito dai recenti sviluppi scientifici e tecnologici che hanno dato all’uomo un nuovo potere di intervento su sé stesso. Parafrasando la celebre undicesima tesi di Marx su Feuerbach, si può dire che non si tratta più soltanto di interpretare l’uomo, ma soprattutto di trasformarlo. Questa trasformazione però non avviene, come pensava Marx, modificando i rapporti sociali ed economici, bensì incidendo direttamente sulla realtà fisica e biologica del nostro essere, attraverso le tecnologie che stanno progressivamente appropriandosi dell’insieme del nostro corpo e in particolare dei processi della generazione umana, ma anche del funzionamento del nostro cervello: assai indicative sono, in questo ambito, le direzioni delle ricerche sui rapporti mente-cervello, sulle questioni della coscienza e dell’autocoscienza, come anche sul linguaggio umano, messo a confronto con i linguaggi attribuiti ad altri animali. È chiaro a tutti che siamo solo all’inizio di sviluppi dei quali è assai difficile prevedere il limite».
● Oltre al nuovo libro Una rivolta silenziosa (Cairo, pagine 251, 16), ha pubblicato i romanzi Suerte (Sperling & Kupfer, 2004), Indagine su un amore (Sperling & Kupfer, 2007) e Quel che resta è un’eco (Agra, 2009)
Èlo scrittore Hisham Matar il protagonista di Dedica 2020, festival che ha la caratteristica di essere incentrato su un solo autore. L’iniziativa, giunta alla 26ª edizione, si svolge a Pordenone dal 7 al 14 marzo (info: dedicafestival.it). La formula di Dedica prevede — ricorda Antonino Frusteri, presidente dell’associazione culturale Thesis che organizza il festival — «la costruzione di un itinerario attorno alla produzione letteraria dell’autore e al suo mondo».
Il mondo letterario di Matar — autore nato nel 1970 a New York da genitori libici e che oggi vive a Londra — sarà esplorato attraverso quattordici eventi che spaziano dal teatro alla musica all’arte partendo naturalmente dai libri.
Oggi lo sviluppo della tecnica non è inteso al servizio dell’uomo ma come pretesa di superare l’umano e le sue imperfezioni
La scrittura di Matar è «caratterizzata da un tratto poetico e da tematiche impegnative come l’esilio, la perdita, il dolore, la separazione, l’assenza, l’effetto terapeutico della bellezza» osserva Claudio Cattaruzza, curatore del festival. L’autore, nella giornata del 7 marzo, che apre la settimana a lui «dedicata», dialoga con la scrittrice Benedetta Tobagi; a seguire l’attore Michele Riondino e il compositore Teho Teardo propongono una lettura scenica in forma di concerto de Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro (Einaudi), opera con cui Matar ha vinto il Premio Pulitzer per l’autobiografia.
Altre tappe del viaggio dentro l’autore e la sua opera saranno la conversazione con Francesco Strazzari, esperto di geopolitica e l’incontro con la reporter Francesca Mannocchi; la narrazione di Mario Perrotta, a partire dal romanzo di Matar
Anatomia di una scomparsa (Einaudi); la mostra Libya infelix del fotografo Elio Ciol e quella dell’illustratore Gianluca Buttolo; il concerto di Dhafer Youssef, musicista tunisino che innova la tradizione araba, e lo spettacolo sulla Libia di Miriam Selima Fieno.
Matar, che riceverà il Sigillo della Città, presenta in anteprima a Pordenone il suo nuovo libro Un punto d’approdo (Einaudi), che racconta il periodo trascorso a Siena tra arte e passeggiate; ne parla con la studiosa Chiara Frugoni.
Il nome di Matar si aggiunge a quelli di altri grandi protagonisti della cultura contemporanea celebrati da Dedica, tra cui ricordiamo: Claudio Magris (1999), Assia Djebar (2004), Nadine Gordimer (2008), Javier Cercas (2013), Atiq Rahimi (2018) e Gioconda Belli (2019).