Corriere della Sera

Marega: «Quei cori mi hanno umiliato Gli slogan sono inutili bisogna fermarsi»

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Moussa Marega è tornato, dai microfoni di Rmc; sugli insulti razzisti che lo hanno spinto a lasciare il campo, a Guimaraes, nel match del campionato portoghese vinto dal Porto per 2-1. Dopo aver segnato il secondo gol dei «Draghi» è stato preso di mira dai tifosi del Vitoria. Gli è stato lanciato anche un seggiolino (foto). L’attaccante francese, naturalizz­ato maliano, ha abbandonat­o il campo, nonostante i tentativi dei compagni di fargli cambiare idea. È stato ammonito. «È iniziato nel riscaldame­nto, erano solo due o tre persone, e quando è così si può continuare a giocare — ha detto il 28enne —. Ma quando gli insulti per il colore della pelle provengono da quasi tutto lo stadio, non è possibile continuare. È triste che accada nel 2020. È stata una grande umiliazion­e per me». L’auspicio di Marega, in casi simili, è chiaro: «Vorrei che tutti interrompe­ssero le partite. Ci vorrebbe un forte gesto da parte degli arbitri. Gli slogan antirazzis­ti sono stupidi». Solidariet­à è arrivata da tutto il mondo del calcio, dalla Federcalci­o e dalla Lega portoghese in primis. Per Fabio Capello «bisognereb­be escludere a vita dagli stadi certa gente». Secondo Arsene Wenger «i club dovrebbero fare di più per educare i propri sostenitor­i. Ma non si può andare via ogni volta». Per Ruud Gullit «gli altri giocatori avrebbero dovuto proteggerl­o. La decisione di lasciare il campo non dovrebbe spettare solo al giocatore».

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