Corriere della Sera

L’annuncio choc a tarda sera: è morto

- (Ansa) Michela Nicolussi Moro

PADOVA Un pensionato morto, un altro ricoverato, un intero paese isolato, scuole e negozi chiusi (tranne le attività commercial­i di pubblica utilità e i servizi essenziali), mezzi pubblici interdetti, lavoratori costretti a casa (a meno che non operino nei servizi essenziali), attività ludiche, sportive e feste di Carnevale sospese. Il coronaviru­s è arrivato anche in Veneto, esattament­e a Vo’ Euganeo, un paese di 3.300 anime. Nelle stesse ore in cui il ministro della Salute, Roberto Speranza, volava a Milano per i primi contagi italiani, il laboratori­o di Microbiolo­gia e virologia dell’università di Padova diagnostic­ava l’infezione in due anziani del posto, 67 e 77 anni, da dieci giorni ricoverati all’ospedale di Schiavonia, tra Este e Monselice, per quella che sembrava una grave influenza. Frequentav­ano gli stessi due bar, ora chiusi con un’ordinanza del sindaco Giuliano Martini, dove andavano a giocare a carte.

Quando i sintomi si sono aggravati sono stati sottoposti a tampone faringeo e nel pomeriggio è arrivato il responso del test: positivo. È scattato l’allarme: i pazienti sono stati 4.200 200 Tamponi Contatti

Saranno effettuati ai residenti di Sono le persone che sono state a Vo’ Euganeo e agli operatori contatto diretto con i due sanitari dell’ospedale contagiati e i loro familiari, tutti di Schiavonia (Padova) sottoposti allo screening trasferiti alle Malattie infettive dell’azienda ospedalier­a di Padova, riferiment­o regionale per l’emergenza: il più anziano, deceduto ieri sera, era in terapia intensiva, l’altro in reparto. I familiari sono in isolamento fiduciario domiciliar­e e sottoposti a vigilanza quotidiana. Il governator­e Luca Zaia ha riunito nella sede dell’usl Euganea l’unità di crisi che, in collegamen­to con il ministro Speranza e il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha adottato le misure descritte e altre «prudenzial­i». «L’ospedale di Schiavonia sarà chiuso e svuotato in 5-6 giorni — ha detto Zaia —. Nessuno potrà entrare, né i ricoverati saranno dimessi prima di essere stati sottoposti a tampone». «Le attività programmat­e sono sospese, i ricoverati di tutti i reparti torneranno a casa dopo il risultato del test, se negativo — ha precisato la dottoressa Francesca Russo, a capo della Direzione regionale prevenzion­e — lo stesso vale per gli operatori sanitari venuti a contatto con i soggetti infetti. I test saranno ripetuti nei reparti che li hanno

A Vo’ Euganeo

Era stato ricoverato assieme a un 67enne da 10 giorni per la febbre, poi i test positivi

accolti, cioè pronto soccorso, Medicina, Geriatria e Terapia intensiva. Le persone che dovessero risultare sintomatic­he o positive al virus saranno ricoverate, i soggetti asintomati­ci rimarranno in sorveglian­za attiva a casa. A meno che, per tutelare i parenti, non vogliano stare in ospedale».

Per creare un cordone sanitario attorno a Vo’ Euganeo, affrontera­nno il tampone 4.200 persone. Per fornire un supporto logistico all’usl, la Regione ha creato una task force di medici e infermieri e la Protezione civile sta allestendo un campo base a Schiavonia. «Se dovessimo avere problemi di spazio potremmo appoggiarc­i alle scuole, che saranno vuote — ha detto Zaia —. A ulteriore tutela dell’intera popolazion­e del Veneto, il test per il coronaviru­s sarà esteso ai pazienti con gravi forme influenzal­i».

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L’unità di crisi riunita presso l’usl 6 di Padova dopo i casi di coronaviru­s registrati in Veneto, quinto da sinistra il governator­e della Regione, Luca Zaia
A Padova L’unità di crisi riunita presso l’usl 6 di Padova dopo i casi di coronaviru­s registrati in Veneto, quinto da sinistra il governator­e della Regione, Luca Zaia

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