Corriere della Sera

Sara e il papà carabinier­e ucciso a un posto di blocco «Entro nell’arma per lui»

L’aquila, la 19enne: mi manca, così gli resterò vicino

- Di Mariolina Iossa

«Farò la carabinier­a per rendere onore alla memoria di mio padre. L’ho deciso subito, appena conseguita la maturità. Ho sostenuto l’esame scritto di italiano la mattina dopo quella terribile notte, quando fummo svegliate, io e mamma, da alcuni colleghi di papà che erano venuti a darci la notizia. Papà amava l’arma, aveva una grande passione per il suo lavoro, me ne parlava spesso. Era orgoglioso di essere un carabinier­e, anche il nonno è stato un carabinier­e. Non potrei fare un altro lavoro».

Sara, 19 anni, è la figlia di Emanuele Anzini, il carabinier­e 41enne originario di Sulmona che è stato travolto e ucciso ad un posto di controllo a Terno d’isola, in provincia di Bergamo. Nella notte tra il 16 e il 17 giugno 2019, Matteo Colombi Manzi, un cuoco di 35 anni, ha investito l’appuntato scelto con la sua auto e lo ha trascinato per una cinquantin­a di metri. Emanuele non ha avuto scampo. Qualche giorno fa, Matteo Colombi Manzi è stato condannato a 8 anni per omicidio stradale e a un anno per omessa assistenza.

Sara vive a Sulmona con la mamma,il compagno di lei e una sorellina.

Papà non lo vedevi spesso?

«No, anche se tornava a casa tutte le volte che poteva, a Natale, a Pasqua, ai compleanni e cercava di prendere qualche giorno di ferie durante l’anno per stare con me. Ma mi chiamava tutti i giorni, ci mandavamo sempre messaggini. Quel giorno però non l’avevo sentito. Mi avrebbe sicurament­e chiamato la mattina dopo, per farmi gli auguri per l’esame».

Sei stata coraggiosa.

«Dovevo, non si può mica

Insieme

Sara Anzini, 19 anni, con il padre Emanuele, il carabinier­e morto all’età di 41 anni dopo essere stato travolto a un posto di blocco da un automobili­sta ubriaco, la notte tra il 16 e il 17 giugno 2019 a Terno d’isola, in provincia di Bergamo rimandare l’esame di maturità. Ma ricordo quella notte, la sorpresa, poi le parole: papà non c’è più. E il dolore. Cerco di non pensarci, di tenermi legata ai ricordi con lui».

Quando l’hai visto l’ultima volta?

«Pochi giorni prima, per fortuna. Era venuto a Sulmona ai primi di giugno. Mi mancano i suoi sorrisi, era un uomo allegro e ottimista, la sua gioia era contagiosa».

Volevi entrare nell’esercito, poi hai scelto l’arma.

«Sì, pensavo di entrare nell’esercito. Ma penso che papà sarebbe contento della mia scelta. Mi sono iscritta alla facoltà di Scienze della Comunicazi­one a Pescara, prima voglio prendere la laurea e poi entrare nell’arma. Glielo devo».

Tua madre non è preoccupat­a che tu faccia un lavoro

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