In società un anno di liti Pioli blinda il Milan «Conta solo il presente»
Da Giampaolo ad Abate le idee diverse dei dirigenti
MILANO In teoria il Milan, di nuovo al sesto posto in piena zona Coppe, avrebbe questa sera a Firenze l’occasione per puntellare il piazzamento in Europa League confermando i progressi di gioco evidenziati nel derby e contro le torinesi. Sulla carta ci sarebbero tutte le premesse per affrontare la squadra di Chiesa e Cutrone con euforia e attenzione famelica.
In pratica il pianeta rossonero è squassato dalle lotte intestine scoppiate al quarto piano di Casa Milan, dove l’orientamento dell’ad Gazidis di affidare la panchina rossonera il prossimo anno a Ralf Rangnick, il guru del Lipsia che si ispira a Sacchi, viene considerato come una destabilizzante invasione di campo dai dirigenti dell’area sportiva. Che l’allenatore tedesco non abbia firmato un precontratto con il Diavolo poco importa. Individuare un tecnico senza condividerne la scelta con Boban e Maldini quando la squadra è in ripresa viene vissuto dai due manager come una completa delegittimazione. In mancanza di un chiarimento che Paolo e Zvone hanno sollecitato ai referenti del fondo e all’ad con cui si incontreranno la settimana prossima, i rapporti sembrano compromessi.
Gazidis, che ha l’ultima parola in tema di mercato, dall’inizio ha tracciato le linee guida del nuovo corso inseguendo l’abbattimento del monte ingaggi e la costruzione di una squadra giovane, sul modello dell’atalanta. Orientamento che già nell’ultima finestra di trattative si è scontrato con la filosofia dei due manager che avevano spinto per lo scambio Paquetà-bernardeschi, il ritorno di Abate e il rinnovo di Bonaventura. Ora i due dirigenti si chiedono come sia possibile impostare la campagna acquisti in tale clima di incertezza o quali garanzie si possano offrire a Ibra per la conferma.
L’operato di Maldini e Boban non è del tutto esente da critiche da parte del fondo: l’ingaggio di Giampaolo ha avuto ripercussioni sulla stagione, senza contare che gli innesti di esperienza mal si scontrerebbero con le esigenze di bilancio visti anche i paletti del fair play finanziario. In mancanza di una convergenza di vedute non è da scartare l’ipotesi di un addio a fine stagione di Maldini ma pure di Boban che non si accontenterebbe di restare nel ruolo di Ministro degli Esteri.
Nel frattempo questa sera la squadra gioca a Firenze, piazza che evoca in Pioli ricordi dolorosi. «La tragedia di Astori mi è rimasta dentro. Penso di essere diventato un uomo migliore dopo quella terribile esperienza». Mentre là fuori la bufera impazza, l’allenatore si chiude nel fortino. «La priorità è il nostro presente. Il futuro non mi riguarda. In genere si comincia a mettere in discussione un tecnico a marzo, aprile. Mi pare che in questo caso si sia iniziato un po' presto».
Ma chi ha alimentato le voci?
Il ricordo L’allenatore ritorna a Firenze: «La tragedia di Astori mi ha reso un uomo migliore»