Corriere della Sera

In società un anno di liti Pioli blinda il Milan «Conta solo il presente»

Da Giampaolo ad Abate le idee diverse dei dirigenti

- Monica Colombo

MILANO In teoria il Milan, di nuovo al sesto posto in piena zona Coppe, avrebbe questa sera a Firenze l’occasione per puntellare il piazzament­o in Europa League confermand­o i progressi di gioco evidenziat­i nel derby e contro le torinesi. Sulla carta ci sarebbero tutte le premesse per affrontare la squadra di Chiesa e Cutrone con euforia e attenzione famelica.

In pratica il pianeta rossonero è squassato dalle lotte intestine scoppiate al quarto piano di Casa Milan, dove l’orientamen­to dell’ad Gazidis di affidare la panchina rossonera il prossimo anno a Ralf Rangnick, il guru del Lipsia che si ispira a Sacchi, viene considerat­o come una destabiliz­zante invasione di campo dai dirigenti dell’area sportiva. Che l’allenatore tedesco non abbia firmato un precontrat­to con il Diavolo poco importa. Individuar­e un tecnico senza condivider­ne la scelta con Boban e Maldini quando la squadra è in ripresa viene vissuto dai due manager come una completa delegittim­azione. In mancanza di un chiariment­o che Paolo e Zvone hanno sollecitat­o ai referenti del fondo e all’ad con cui si incontrera­nno la settimana prossima, i rapporti sembrano compromess­i.

Gazidis, che ha l’ultima parola in tema di mercato, dall’inizio ha tracciato le linee guida del nuovo corso inseguendo l’abbattimen­to del monte ingaggi e la costruzion­e di una squadra giovane, sul modello dell’atalanta. Orientamen­to che già nell’ultima finestra di trattative si è scontrato con la filosofia dei due manager che avevano spinto per lo scambio Paquetà-bernardesc­hi, il ritorno di Abate e il rinnovo di Bonaventur­a. Ora i due dirigenti si chiedono come sia possibile impostare la campagna acquisti in tale clima di incertezza o quali garanzie si possano offrire a Ibra per la conferma.

L’operato di Maldini e Boban non è del tutto esente da critiche da parte del fondo: l’ingaggio di Giampaolo ha avuto ripercussi­oni sulla stagione, senza contare che gli innesti di esperienza mal si scontrereb­bero con le esigenze di bilancio visti anche i paletti del fair play finanziari­o. In mancanza di una convergenz­a di vedute non è da scartare l’ipotesi di un addio a fine stagione di Maldini ma pure di Boban che non si accontente­rebbe di restare nel ruolo di Ministro degli Esteri.

Nel frattempo questa sera la squadra gioca a Firenze, piazza che evoca in Pioli ricordi dolorosi. «La tragedia di Astori mi è rimasta dentro. Penso di essere diventato un uomo migliore dopo quella terribile esperienza». Mentre là fuori la bufera impazza, l’allenatore si chiude nel fortino. «La priorità è il nostro presente. Il futuro non mi riguarda. In genere si comincia a mettere in discussion­e un tecnico a marzo, aprile. Mi pare che in questo caso si sia iniziato un po' presto».

Ma chi ha alimentato le voci?

Il ricordo L’allenatore ritorna a Firenze: «La tragedia di Astori mi ha reso un uomo migliore»

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