Frange, l’inverno è tutto un movimento
Silhouette lunghe interrotte dal dondolio da Bottega Veneta Il guardaroba eclettico, ma pragmatico, di Ferragamo
Paul Andrew scomoda le donne di Jung che furono, tra l’altro parecchie, per raccontare la sua nuova Ferragamo, la seconda tutto da solo. «Regine, madri, cameriere, mistiche, intellettuali e quant’altro» dice guardandosi attorno e ritrovando alle sue spalle ipotetiche protagoniste oggi: Oprah Winfrey, Michelle Obama, Sharon Stone, Nancy Pelosi. «Ho pensato a quanto fosse pazzesco che lui avesse descritto queste categorie e come fosse incredibile che oggi una donna è ognuna di queste, a qualsiasi ora. Così ho cercato di tirare fuori tutte le icone che nella vita mi hanno influenzato». L’asticella è alta ma lo stilista sembra aver colto le esigenze di un guardaroba ecclettico e pragmatico: abiti e gonne metalliche, lunghe mantelle, spettacolari shearling anche colorati, trench stampati, accattivanti tute di pelle, tuniche di maglia. Borse intrecciate a mano e stivali preziosi con pelli di recupero.
Frange come se non ci fosse un domani per il prossimo inverno. La spiegazione? Movimento, movimento. Questo sembrano cercare gli stilisti ricorrendo a sfilacciature e cordoni e stringhe che pendono comunque. Verrebbe da dire strategia sin troppo facile per rivitalizzare qua e là se non fosse che poi c’è chi come Daniel Lee, non a caso «stilista» dell’anno, il golden boy, per Bottega Veneta ne crea e ne dispone davvero di uniche: su borse, montoni, abiti, cappotti, gonne e persino pantaloni. «L’idea importante era il movimento. Ci abbiamo pensato con questo ornamento che ti fa sentire anche elegante e comoda». Le silhouette lunghe ma sempre interrotte dal dondolio delle frange diventano ancora più eteree, come in un sogno. Cristalli e paillettes all’improvviso accentuano l’atmosfera ma poi ecco che un paio di boot di gomma sotto all’abito da sera, ora una maxi borsa sul pizzo, ora una blusa tono lecca-lecca sono l’energizzante bellissimo risveglio.
Ermanno Scervino sceglie di ascoltare la parte maschile della sua donna e la rende particolarmente forte e intrigante: il tailleur glitter è sciccosissimo così come il maxicappotto in Principe di Galles e lurex sopra la sottoveste; i maglioncioni ricamati a mano sulle gonne di paillettes morbidi conservano l’aria sporty; notevoli le creazioni di ecopelle e pizzo piazzato.
Da Agnona si ritorna agli anni Novanta, quelli del minimalismo e dell’essenzialità di una Carolyn Bessette Kennedy: abiti diritti, cappottoni vestaglia, blazer e dolcevita in soft cashmere e tweed e cammello. Il riciclo come morale, là dove è possibile: nella fodere e in certe lane. Angela Missoni è in stato di grazia creativa e regala un bellissimo show con protagonista assoluto il tessuto di famiglia, la maglia, a tinte autunnali, persino per le tracolle delle borse, ma sempre illuminato dal lurex: tailleur e cappotti vestaglia, pantaloni e tuniche, canotte e blouson cocoon.
Gabriele Colangelo scopre una (per lui) nuova sensualità giocando fra tradizione e tecnologia: così a tessuti e impunture fatte a mano, alterna «laserate» improvvise che creano frange, reti e spacchi che svelano piccole nudità. Anche Lorenzo Serafini con Philosophy si «perde» nelle lavorazioni perché ogni pezzo sia diverso dall’altro nel rispetto della personalità della «ragazza» che lo sceglierà: blouson over trapuntanti, pantaloni over o slim e di ecopelle, abitini di chiffon con le frange, montoni doppiati tessuto. Il senso di Msgm per le ossessioni/ passioni si chiama Dario Argento. Massimo Giorgetti, lo stilista, firma una collaborazione con il regista e gli dedica l’intera sfilata dei suoi primi dieci anni. L’immaginario è esplicito: le scene, in frame, i luoghi, le atmosfere di Profondo
Rosso e Suspiria e Il gatto a nove code si ritrovano ovunque: sui cappottoni over, sulle camice rimborsate, sui piccoli abiti corti o su quelli svolazzanti. I colori e le creazioni in paillettes sono i bagliori, improvvisi nell’oscurità. Gli Anni Settanta nei ricordi di «come eravamo cioè più liberi» da Cividini. Senza nostalgie ma con leggerezza: dai pantaloni a zampa ai lunghi cappotti gilet, alle tuniche, alle maglie fatte a mano. Elisabetta Franchi scopre coprendo ed esplora la tinta nude in tutte le sue sfumature per vestire la sua «principessa»-bambina. GCDS, infine, collezione più matura dedicata a Napoli per colori ed eccentricità.
Punti luce
Angela Missoni è in stato di grazia creativa e regala un bellissimo show con protagonista maglia e lurex